A Pomeriggio 5 è stato intervistato il suocero di Alessandro Maja, il 57enne che ha ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia di sedici anni, Giulia, per poi tentare di uccidere l’altro figlio, Nicolò – ora in gravissime condizioni -, e che poi ha provato a togliersi la vita tagliandosi le vene e utilizzando un trapano.
Le parole del suocero
“Mia figlia era sposata con Alessandro dal ’92 e da allora ci siamo visti praticamente un giorno sì e uno no – racconta il padre della vittima, Giulio, smentendo le voci di una possibile separazione della coppia all’origine della tragedia -. Era una persona squisita, voleva bene ai suoi figli e tutte le sere che andavamo da loro aveva Giulia abbracciata sulle gambe. In questi ultimi tempi, però, era cambiato radicalmente: parlava poco, era molto riservato, non ci ha mai detto esattamente da cosa derivasse questo suo malessere”.
Cosa è successo la notte prima della tragedia
“Ho accompagnato mia nipote a tennis il giorno prima e durante il tragitto mi ha detto “Nonno, stanotte è successa una cosa strana, papà si è seduto sul mio letto e mi ha chiesto scusa”. E il giorno dopo è successo tutto”.
E ancora: “Sabato mattina io e mia moglie Ines siamo andati a casa loro e per la prima volta in vita mia mi sono sfogato, volevo capire cosa stesse accadendo: gli ho urlato contro, gli ho chiesto di comportarsi da uomo, perché ha due figli e una moglie. Lui è rimasto immobile, non ha detto una parola”.
Le condizioni di Nicolò
“Sono andato questa mattina a trovare Niccolò, pensavo di trovarlo molto peggio di come l’ho visto. Era quello di prima, aveva solo la testa fasciata a coprire la ferita ma per il resto era bello come sempre. Il medico mi ha detto che le condizioni sono stabili. Dicono che ci sia il 70% di buone possibilità che ce la faccia”.