Alessio Burtone libero: uccise Maricica Hahaianu con un pugno 4 anni fa a Roma

Alessio Burtone libero: uccise Maricica Hahaianu con un pugno 4 anni fa a Roma
Alessio Burtone libero: uccise Maricica Hahaianu con un pugno 4 anni fa a Roma

ROMA – Alessio Burtone è sostanzialmente libero: lui è l’uomo che nel 2010 uccise l’infermiera romena Maricica Hahaianu con un pugno alla stazione metro di Anagnina, estrema periferia romana. Come spiega il Messaggero, a Burtone sono state applicate piccole restrizioni (divieto di uscire, obbligo di essere a casa entro le 20). Ma il succo del discorso è che, a poco più di 4 anni di distanza dal delitto, a Burtone sono stati revocati anche gli arresti domiciliari (che gli erano stati concessi nel 2013).

Scrivono Alessia Marani e Adelaide Pierucci sul Messaggero:

E’ stato scarcerato due giorni fa e affidato ai servizi sociali. Potrà andare in palestra per lavorare, uscire, senza rimettere piede in cella. Chiuso il capitolo carcere. Quattro anni tra domiciliari e Regina Coeli sarebbero bastati per rieducarlo dall’omicidio. Poi è giovane, neanche trentenne. Ed avrebbe anche mostrato volontà di lavorare. Sono queste le motivazioni che, su suggerimento degli avvocati Gian Antonio Minghelli e Fabrizio Gallo, hanno spinto il Tribunale di Sorveglianza di Roma a liberare con quasi quattro anni di anticipo l’arrestato, condannato con pena definitiva a otto anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Libero nonostante il parere negativo del procuratore generale. «Una giovane donna è morta per un suo scatto d’ira, resti in carcere», era stata l’indicazione del pg disattesa dai giudici di sorveglianza.

I due giornalisti poi ricordano come andò nell’ottobre 2010:

L’immagine del pugno sferrato in pieno giorno alla stazione ferroviaria Anagnina ripresa da una videocamera di sicurezza e rimbalzata sulla rete e in tv, invece, pare ancora fresca. Burtone aveva avuto una lite con la signora romena per una fila in tabaccheria. E fuori si erano riaffrontati con uno scambio di battutacce finché lui non l’ha zittita per sempre con quel pugno, da pugile. «Sporca, romena». La donna morì dopo una settimana di coma, lasciando il marito e una bambino piccolo.

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