Il piccolo Alex è a Roma: trapianto di midollo dal papà intorno alla metà di dicembre

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Novembre 2018 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA
Il piccolo Alex è in Italia: a Roma si sottoporrà al trapianto di midollo dal papà

Il piccolo Alex è in Italia: a Roma si sottoporrà al trapianto di midollo dal papà (Foto Facebook)

ROMA – Il piccolo Alex, Alessandro Maria Montresor, è arrivato in Italia da Londra, diretto all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove verrà sottoposto ad una tecnica di trapianto innovativa: il trapianto di midollo da genitore con una metodica di manipolazione delle cellule staminali. La data dell’intervento è fissata per la metà di dicembre. 

In un bollettino l’ospedale Bambino Gesù di Londra ha fatto sapere che le condizioni generali di Alex sono buone: “Il trattamento farmacologico in corso, avviato al Great Ormond Street Hospital dove il piccolo era in cura, sta contribuendo efficacemente al contenimento della malattia e verrà proseguito presso il nostro Centro fino all’avvio della procedura trapiantologica”.

A partire dal 29 novembre e nei prossimi giorni, spiega l’Ospedale, il bambino verrà sottoposto a una serie di esami ematochimici (principalmente indagini microbiologiche) e strumentali, necessari prima di procedere con il trapianto. Parallelamente, i genitori del piccolo effettueranno esami di screening al fine di valutarne l’eleggibilità alla donazione di cellule staminali emopoietiche. L’insieme delle procedure di screening e la somministrazione delle terapie preparatorie richiedono dei tempi tecnici. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore verrà dunque effettuato “verosimilmente – precisa l’ospedale – intorno alla metà di dicembre 2018”. 

Come in tutti i casi di trapianto, spiega l’Ospedale Bambino Gesù, “anche il trattamento della linfoistiocitosi emofagocitica (HLH) presenta dei rischi. Più nel dettaglio, si tratta di rischi di tipo infettivo (nella fase preparatoria le difese immunitarie del paziente vengono sostanzialmente azzerate per poi recuperare lentamente dopo l’attecchimento del trapianto); tossico (legato alla terapia di preparazione al trapianto) e immunologico”. 

Attraverso la voce del papà del piccolo paziente, sottolinea inoltre il Bambino Gesù, “la famiglia ringrazia tutte le persone che hanno voluto sostenere la campagna per la donazione di midollo osseo e invita, da oggi, a un periodo di tranquillità per poter affrontare questi giorni difficili con la maggiore serenità possibile e per consentire ai medici di svolgere il proprio lavoro”.

Alex, che ha 18 mesi, è affetto da una grave patologia genetica, la linfoistiocitosi emofagocitica, e rischia la vita. Era ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra, e si sperava di trovare un donatore di midollo compatibile, ma nonostante l’adesione di moltissime persone agli appelli dei suoi genitori nessun donatore totalmente compatibile è stato trovato. 

La storia di Alex, figlio di italiani che vivono a Londra, ha fatto scattare nei mesi scorsi una vera e propria gara di solidarietà partita dalla Rete, dove i genitori del bambino avevano lanciato un appello per trovare un donatore compatibile per il trapianto.

In poche settimane il web si è mobilitato e centinaia di persone, dal Nord al Sud dell’Italia, si sono sottoposte a un prelievo di sangue per testare la propria compatibilità, inscrivendosi al contempo nel registro italiano dei donatori di midollo osseo.

In realtà la ricerca di un donatore compatibile per Alex è già inserita nella più ampia rete nei registri internazionali, che contano un totale di circa 30 milioni di iscritti. Ad oggi, però, non è stato trovato un donatore compatibile. E’ fallita infatti nelle scorse settimane anche la disponibilità di un donatore italiano il cui grado di compatibilità è stato giudicato insufficiente dall’ospedale britannico.

Nei giorni scorsi era stato individuato un altro donatore non italiano compatibile che avrebbe però procrastinato la disponibilità al trapianto nei prossimi mesi. Ma la situazione di Alex non permette tempi lunghi: il bambino è infatti sottoposto a una terapia con un farmaco sperimentale e, anche se la sua vita non è minacciata in tempi brevissimi, l’efficacia del farmaco tende a diminuire nel tempo. Da qui la necessità di arrivare al più presto possibile al trapianto.

Per questo i genitori hanno deciso di accettare la disponibilità dell’ospedale della Santa Sede di trattare il bambino. Al Bambino Gesù Alex verrà sottoposto a una tecnica di trapianto innovativa per la quale l’ospedale romano è tra i primi al mondo: con tale metodica sono stati già trapiantati 150 bimbi, di cui 50 con immunodeficienza primitiva e sei con la stessa malattia di Alessandro. La percentuale di guarigione definitiva nei bambini con immunodeficienza primitiva è dell’85%.