Alice Gruppioni, il padre Valerio: “Era così felice. Voleva vedere i luoghi di Beautiful”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2013 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Alice Gruppioni

Alice Gruppioni

LOS ANGELES (USA) – Nathan Louis Campbell, 38enne originario del Colorado, il conducente che sabato sera (3 agosto) ha investito con il suo Dodge Avenger un gruppo di persone vicino al mare di Venice Beach, a Los Angeles, uccidendo la 31enne bolognese Alice Gruppioni che si trovava in viaggio di nozze , è stato incriminato per omicidio e aggressioni. Nathan Louis Campbell però si è dichiarato “non colpevole.”

A carico di Nathan Louis Campbell sono stati presentati 16 capi di accusa di aggressione, un’accusa di omicidio e 17 capi d’accusa di incidente con omissione di soccorso. Campbell rischia l’ergastolo.

Il papà di Alice Gruppioni, Valerio, intervistato al Resto del Carlino, ha raccontato il suo dolore:

Una tragedia…
«Una tragedia immensa, che non ha senso…».
Gli ultimi ricordi.
«L’ho portata venti giorni fa all’altare. Era così felice e bellissima con l’abito bianco, come aveva sempre sognato. Io ero abituato a vederla sempre vestita semplice, addirittura con gli abiti da lavoro in fabbrica. Si ungeva con l’olio, le piaceva tanto lavorare, anche sporcandosi le mani. Quel giorno, al suo matrimonio, per la prima volta mi è apparsa diversa. E le tremava la mano, la sua mano magra, quando l’ho stretta per portarla all’altare. Eravamo sul tappeto rosso. Lunghissimo. ‘Guarda, Alicina, che ti guardano’, ho scherzato per farle coraggio. Poi l’ho lasciata a Christian…».
Sembra una favola.
«E lo era. Perché Alice sognava proprio questo, la sua favola. Una grande storia d’amore. Con Christian è stato un colpo si fulmine. Si sono conosciuti a una festa di laurea e lei era felice. Si era realizzato davvero il suo sogno».
E Alice amava tanto anche l’azienda di famiglia, dove era entrata giovanissima.
«La Sira era davvero un amore per lei. Ed era lei il domani della fabbrica».
Come era Alice?
«Ali era meravigliosa. Era l’equilibrio della nostra famiglia, l’equilibrio fra le altre due sorelle. Amo le mie tre figlie, non so come faremo noi tutti senza di lei…».
Sua figlia felice, radiosa. Alice le ha lasciato questo ultimo ricordo in eredità…
«Sì. Aveva scelto di andare a Los Angeles perché era una donna matura e forte. Molto determinata, ma dentro aveva ancora il candore, la purezza e la semplicità di una bambina. Voleva vedere i luoghi di Beautiful. Lei adorava quella telenovela e anche Elisa di Rivombrosa. Le piaceva proprio sognare, come una bimba. Mi ha telefonato da lì tutta contenta, perché aveva visto dove si giravano le scene con Ridge. Noi sapevamo ridere insieme…».
I sogni da bambina, ma una vita da gran lavoratrice…
«Tanto impegnata nella Sira, e con una serietà incredibile. Mi aveva mandato un messaggio dal viaggio di nozze per ricordarmi un certo modello di radiatore da ordinare. Mi aveva ripetuto due volte la sigla, avvertendomi di fare bene attenzione. Alice era impeccabile nel lavoro. E nella vita».
Come vuole ricordarla suo papà Valerio?
«Come una figlia speciale, una donna speciale, una persona speciale. Il Signore mi ha messo alla prova, perché è come mi avessero strappato l’anima. Nulla sarà mai più come prima. L’ho amata e l’amerò per sempre».