Alluvione Genova, indagata anche l’ex sindaco Marta Vincenzi

GENOVA – Grana giudiziaria per Marta Vincenzi. L’ex sindaco di Genova sarebbe infatti indagata dalla Procura  per i reati di calunnia e falso in concorso nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione di Genova del 2011.  A scriverlo è l’agenzia Ansa che cita “fonti investigative”.

Marta Vincenzi si è presentata davanti ai pm nel pomeriggio di mercoledì 30 gennaio accompagnata dal suo avvocato. L’ex sindaco è indagata dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulle carte ‘falsificate’ in base alle quali il Comune mise a verbale la relazione sulla alluvione del 4 novembre 2011. Per quell’inchiesta (uno stralcio di quella più vasta, ancora in corso, sull’esondazione del torrente Fereggiano, che provocò 6 morti) nell’ottobre scorso furono iscritte nel registro degli indagati cinque persone.

Tra queste Sandro Gambelli, dirigente del settore della Protezione Civile e della pubblica incolumità del Comune di Genova, e l’ex assessore comunale alla Protezione Civile Francesco Scidone. Per tutti l’ipotesi di reato è quella di concorso in falso e calunnia. Secondo le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico e dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà, alcuni documenti sarebbero stati falsificati per giustificare una ”limitata capacità d’intervento”.

Nell’ordinanza del gip fu messa in evidenza ”una clamorosa discrasia tra gli accadimenti reali, come sentito da testimoni e dalle immagini acquisite, e quanto rappresentato in alcuni atti trasmessi alla Procura dal Comune di Genova”. Nei bollettini che sarebbero stati falsificati, il livello del Fereggiano alle 12 del 4 novembre 2011 è indicato come al di sotto della linea gialla (quella di attenzione), mentre le precipitazioni vengono indicate come ‘intense’ (e non come nubifragio). Da testimonianze e filmati emergerebbe invece che alle 12 il livello del rio Fereggiano era già gravemente allarmante, oltre il colore rosso.

Nel verbale stilato dai funzionari dell’amministrazione comunale fu sostenuta, in pratica, la tesi della ‘bomba d’acqua’ improvvisa. Secondo quanto sostiene l’accusa, invece, l’onda di piena sarebbe avvenuta alle 12,53 e non alle 12,15 come scritto nel verbale. Si tratta di una discrepanza di oltre mezz’ora tra i dati contenuti nel documento, che per questo sarebbe stato falsificato, e quelli emersi dall’indagine. Tra l’altro, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla fabbricazione, nel documento si asserisce che un volontario a quell’ora era sulle rive del Fereggiano a monitorare la situazione. Invece a quell’ora il funzionario era da tutt’altra parte.

Finalmente posso parlare e dire la mia“, ha detto Vincenzi uscendo dagli uffici della polizia giudiziaria. Quasi quattro ore di interrogatorio durante le quali, ha detto l’ex sindaco, “ho scoperto cose che non conoscevo e che non riguardano la città. Ci sono cose che non sapevo”.

Vincenzi, che è indagata per falso e calunnia in concorso, ha detto di essere “serena” e di non voler entrare nel merito dell’interrogatorio. “Sono stata zitta finora e continuerò a farlo. Posso dire solo che avrei voluto che questo momento fosse arrivato prima – ha aggiunto – E’ tanto che l’aspetto”.

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