Ama si arrende, lettera alle aziende: “Non ce la facciamo”. Roma condannata all’estate monnezza

di Riccardo Galli
Pubblicato il 4 Giugno 2021 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Ama si arrende, lettera alle aziende: "Non ce la facciamo". Roma condannata all'estate monnezza

Ama si arrende, lettera alle aziende: “Non ce la facciamo”. Roma condannata all’estate monnezza FOTO ANSA

Ama, azienda pubblica addetta, tra l’altro, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, pubblicamente alza bandiera bianca. Una lettera dell’amministratore delegato alle aziende, in particolare del commercio e della ristorazione, pubblicamente ammette che Ama non ce la farà a raccogliere e smaltire i rifiuti che verranno prodotti dalle attività lavorative. Chi vive a Roma già l’ha visto, prima ancora di leggerlo: da giorni cartoni e imballaggi  si accumulano in strada, ormai fino a formare collinette e dossi.

Chi vive a Roma potrebbe anche dire: dove la notizia? Sono anni e anni che la raccolta e smaltimento rifiuti a Roma viene praticata in maniera insufficiente e indecente, Roma si è abituata ad una condizione incivile come fosse una condizione di normalità. Ama dichiara una emergenza, in realtà non c’è emergenza, c’è una normalità di disservizio pubblico e sanitario.

Roma senza impianti

Roma, con tutta probabilità unica capitale sul pianeta, non ha sul suo vasto territorio impianti che smaltiscano i rifiuti. Fino a che li ha messi in discarica…Poi, discariche stracolme, finalmente riconosciute come nocive e chiuse perché debordanti monnezza. Ma mai un termovalorizzatore o impianti con tecnologie e funzioni analoghe perché la parola è tabù. Da decenni una politica complice e irresponsabile non ha mai trovato il coraggio civile di dire ai romani che impianti si dovevano fare, da decenni una politica vile e bugiarda (tutti, dalla destra oggi chiamata Fratelli d’Italia fino alla sinistra e M5S su tutti) ha seguito la folle strada di chi nega una medicina al malato perché il malato ne teme il sapore amaro.

Comune di Roma da anni e anni manda tonnellate di immondizia nelle altre Regioni d’Italia dove tranquillamente la trattano. Per il servizio si fanno pagare, infatti a Roma la tariffa Ama è tripla che in  ogni altro luogo d’Italia. Così la politica, la mala politica e la mala amministrazione si saldano nella mala cittadinanza. Ci si illude e ci si truffa da soli. Ci si inventa una religione, quella del mai un impianto sul mio territorio! La gente segue, anzi incita. Mai! Il Campidoglio ha paura del mai e mai sceglie. La Regione incalza il Comune ma fi Zingaretti a dire mai termovalorizzatore e il Pd si sente elettoralmente male ogni volta che ne sente parlare.

La differenziata in tribuna

La differenziata…buttare la palla in tribuna. Ogni volta da anni si racconta che impianti non servono, ci penserà la raccolta differenziata. Ma la differenziata con una azienda come Ama non si può fare. Ama è la stessa azienda che non riuscendo a seppellire o mandare a cremazione i defunti della capitale, racconta anche qui di fare il possibile. E il possibile per una azienda gravata di disorganizzazione, assenteismo, clientelismo è quel che si vede e quel che si soffre vivendo a Roma.

Per Roma estate monnezza

La lettera, la pubblica resa dell’Ama attesta una certezza: per Roma sarà un’estate monnezza. Già puzza nelle colonie di rifiuti fuori dai cassonetti, già disegna la geografia dei marciapiedi, già segnala l’impotenza dell’Ama, la miseria civile della politica e già è il contrappasso per una cittadinanza sorda e cieca. Estate di monnezza per Roma, monnezza che puzza e, come usa dire, il pesce puzza sì dalla testa ma puzza poi lungo tutto il suo corpo.