Ampliamento di Malpensa: nove comuni dicono “no”

MILANO – Il comune di Milano vuole ampliare l’aeroporto di Malpensa ma nove piccoli Comuni lombardi si oppongono: la costruzione della terza pista, una maxi area cargo, andrebbe a distruggere 600 ettari di bosco e costringerebbe molte persone a lasciare le proprie case.

I sindaci dei nove Comuni, quindi, hanno presentato la loro contrarietà motivata al ministero dell’Ambiente. Sono supportati dall’ente Parco del Ticino (in cui Malpensa è compresa) e da un pool di associazioni ambientaliste tra cui Italia Nostra, Wwf e Fai. L’avversario ha le spalle grosse, perché a volere la terza pista è la Sea, la società di gestione degli aeroporti di Malpensa e Linate di cui il principale azionista è il Comune di Milano.

La compagine di sindaci che si oppongono al progetto è eterogenea. C’è Piergiulio Gelosa, sindaco di Lonate Pozzolo, del Pdl, così come i suoi colleghi di Ferno e Somma Lombardo, mentre leghista è il primo cittadino di Samarate, del Pd quello di Cardano al Campo e espressione di liste civiche quelli di Vizzola Ticino, Casorate Sempione, Arsago Seprio e Golasecca, tutti i centri interessati al progetto. Poi c’è Milena Bertani presidente del Parco del Ticino, che viene invece dall’Udc. Ma tutti sono uniti nel dire no all’ampliamento di Malpensa.

La battaglia però sarà dura e il perché lo spiega bene Gelosa al ‘Corriere della Sera’: “I 50 milioni di passeggeri e i 2 milioni di tonnellate di merci ipotizzati, per noi sono un’utopia; in compenso il piano prevede insediamenti per 200 mila metri quadrati dentro la nuova area dell’aeroporto. Immobili che farebbero molto bene ai bilanci del Comune di Milano e della Sea che sta per quotarsi in Borsa”.

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