Anas, “porta la ciliegia”: le tangenti della “dama nera”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2015 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA
Anas, "porta la ciliegia": le tangenti della "dama nera"

Anas, “porta la ciliegia”: le tangenti della “dama nera”

ROMA – “Vieni con la ciliegia definitiva”. Così le persone coinvolte nel giro di mazzette Anas chiamavano i soldi. Una serie di intercettazioni mostra il gergo utilizzato per chiamare le tangenti: “topolini”, “libri”, “ciliegia” e “antinfiammatori”. Soldi che servivano per le tangenti, tangenti che servivano per truccare gli appalti o comprare voti. Il tutto è venuto alla luce nella mattinata di giovedì. Tra le ordinanze c’è anche il nome dell’ex sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri. Nell’inchiesta della Fianza, chiamata “Dama nera”, sono coinvolti 5 dirigenti e funzionari dell’Anas della Direzione generale di Roma, 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche e un avvocato, oltre allo stesso Meduri. Le ipotesi di reato sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e voto di scambio. Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha fatto sapere che il nuovo presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, è estraneo ai fatti.

La “Dama nera”. “La mia sensazione leggendo le carte, che sono prevalentemente, ma non solo, intercettazioni, è la sensazione deprimente della quotidianità della corruzione”, ha detto Pignatone che ha ricostruito i movimenti di Antonella Accroianò, una dirigente dell’Anas coinvolta nelle tangenti. “La principale indagata, chiamata la “dama nera”, va in ufficio per lavorare – ha riferito Pignatone – ma il suo lavoro è gestire il flusso continuo della corruzione: c’è la borsa sempre aperta, arriva qualcuno e ci mette una busta. Tratta pure male i collaboratori, che non sono ritenuti all’altezza nell’avere a che fare con gli imprenditori per riscuotere le mazzette. La sensazione della lettura di queste carte è la quotidianità della corruzione vista come cosa normale”, ha continuato Pignatone.

Nelle intercettazioni Accroglianò chiamava più volte “medicinali”, i soldi ricevuti dagli imprenditori, che nascondeva nell’appartamento della madre. A casa della donna i finanzieri hanno trovato ben nascosti 70mila euro, ritenuti proventi dell’attività corruttiva. Il gip Giulia Proto riferisce di “immorali principi” che ispiravano Accroglianò, parlando dei “propositi illeciti” con alcuni suoi sodali. “Speriamo di tenerci forte, come abbiamo fatto fino ad adesso e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare… Perchè quello è poi lo scopo, capito? Io sono stata abituata in questo modo… chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro… questa è la scuola“, dicevano. Le incertettazioni, ambientali e telefoniche, dicono che la donna ricopriva “il ruolo di capo e promotore indiscusso” dell’organizzazione. La regola, valida per tutto il gruppo, era che “se viaggi da solo non fai niente, chi ha cercato di viaggiare da solo poi l’hanno azzoppato”.

Secondo l’indagine la Accroianò, avrebbe chiesto a Meduri di aiutare la carriera politica del fratello, in Calabria. In cambio avrebbe offerto assunzioni in Anas. “Meduri era l’interfaccia politico di Accroglianò – ha spiegato il colonnello Cosimo Di Gesù del nucleo polizia tributaria di Roma – .In ballo c’era un pacchetto di voti a sostegno della candidatura del fratello al consiglio regionale della Calabria nel novembre 2014. La contropartita per la mancata elezione nelle liste dell’Udc sarebbe stata nell’intenzione della Accroglianò un importante incarico in una società partecipata dalla Regione Calabria”. “A fronte di queste richieste Meduri chiedeva da un lato l’assunzione di due geometri in Anas, con lo sfruttamento di una azienda pubblica come meccanismo clientelare per favorire assunzioni. Dall’altro lato si poneva come intermediario con imprenditori arrestati, Costanzo e Bosco, rispetto al ritardo nel pagamento delle tangenti”.

Meduri avrebbe svolto inoltre il ruolo di mediatore in un episodio di corruzione che chiama in causa i vertici dell’Azienda delle strade. Secondo l’accusa l’esponente politico avrebbe veicolato a due imprenditori precise richieste corruttive provenienti dai dirigenti della pubblica amministrazione. “Meduri ha certamente una funzione di supporto non indifferente – scrive il gip Giulia Proto nelle oltre 100 pagine di misura cautelare – dal momento che lui stesso richiama gli imprenditori ai loro illeciti doveri ove gli stessi versino in ritardo sui pagamenti. E’ la stessa Antonella Accroglianò che dice di aver recuperato una delle tranche corruttive grazie a Meduri al quale lei si rivolge quando ‘quelli’ spariscono. E d’altra parte il suggerimento di – stringerli ai fianchi – per recuperare il danaro proviene proprio dal politico”. Il quale, a sua volta, chiede che la Accroglianò “si interessasse per far assumere all’Anas due geometri da lui raccomandati”.