Anche soldi e minacce per negare incidente sul lavoro

RAVENNA, 10 SET – Dopo quella rovinosa caduta da un'impalcatura fissata male a sei metri di altezza, hanno tentato di portarlo per ben 10 volte fuori dal cantiere per inscenare un altro tipo di incidente. E, oltre alla minaccia di fargli perdere il lavoro, sono arrivati a offrirgli fino a 100 mila euro per indurlo ad addomesticare i fatti. Sono i nuovi particolari emersi in mattinata dalla Questura di Ravenna in merito all'incidente accaduto giovedi' mattina in un cantiere edile di via della Prora a Punta Marina Terme, sul litorale ravennate, dove un operaio di 32 anni originario di Mazara del Vallo (Trapani) ma domiciliato in riviera e da un mese assunto in nero, e' stato lasciato per circa due ore ferito a terra prima che venissero chiamati i soccorsi.

Per quanto accaduto, la polizia ha subito arrestato le tre persone presenti in quel momento in cantiere. Per tutte le accuse sono di estorsione, omissione di soccorso e favoreggiamento in relazione alla violazione delle norme anti-infortunistica. Si tratta di due muratori – un tunisino di 31 anni e un romeno di 49 – entrambi residenti sul litorale ravennate e scarcerati subito dopo l'interrogatorio di ieri con il Pm di turno Cristina D'Aniello. E del capocantiere di fatto, Pasquale De Carne, 47 anni, originario di Laterza (Taranto) ma da tempo domiciliato a Punta Marina e tutt'ora in carcere a Ravenna. Per l'uomo, difeso dall'avvocato Maria Ivonne Milani, l'udienza di convalida e' stata fissata per lunedi' mattina davanti al Gip Monica Galassi. Un quarto uomo che secondo l'accusa e' coinvolto nell'accaduto – un trentaseienne di Terlizzi (Bari) responsabile dell'impresa esecutrice dei lavori – verra' sentito sempre lunedi' alla presenza del suo avvocato, Carlo Benini. Secondo le indagini della squadra Mobile, sarebbe stato lui da un luogo di villeggiatura a impartire con il cellulare le istruzioni agli altri subito dopo l'accaduto.

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