RAGUSA – Veronica Panarello, madre di Andrea Loris Stival, è stata fermata per l’omicidio del figlio. Dopo essere stata ascoltata per oltre sei ore, le è stato notificato un provvedimento di fermo firmato dai pm di Ragusa.
Veronica Panarello non ha confessato di avere ucciso il figlio Andrea Loris. Si è invece difesa dicendo:
“Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino”.
La donna, riferisce l’Ansa, ha ricostruito parte della sua vita e respinto tutte le contestazioni fattele dai pm, i quali però le hanno contestato i reati di omicidio aggravato e occultamento di cadavere in base ai quali la Procura della Repubblica di Ragusa ha motivato il provvedimento di fermo a Veronica Panarello.
Nella cronaca di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti per Repubblica,
“Veronica Panarello trascorrerà la notte in Questura a Ragusa, dove è stata trasferita alle 2 di martedì mattina e dove, alle 10,30, sarà interrogata dal Gip per la convalida del fermo, che è avvenuto per “gravi indizi di colpevolezza”.
Secondo gli investigatori, Veronica Panarello avrebbe agito da sola. Un elemento chiave che avrebbe confortato la decisione del fermo sarebbe che proprio la Polo nera di Veronica Panarello è quella ripresa dalla telecamera dell’azienda agricola all’ingresso della strada che porta al Mulino Vecchio la mattina di sabato 29 novembre.
Secondo l’Ansa,
“la circostanza sarebbe emersa nel corso delle ulteriori analisi dei video da parte degli investigatori e sarebbe stata contestata alla donna nel corso dell’interrogatorio in procura. Nel rapporto degli investigatori di tre giorni fa, si parlava di un “auto di colore scuro” che passava “senza rallentare” davanti alla telecamera. Ma dalle analisi più approfondite, gli investigatori sarebbero riusciti ad ingrandire le immagini ed isolare il frame in chi si distinguerebbe la Polo nera di Veronica Panarello”.
Nel decreto di fermo notificato lunedì sera a Veronica Panarello non viene contestato il concorso con altre persone e questo, secondo l’Ansa,
“prova il fatto che gli inquirenti ritengono che Veronica Panarello avrebbe agito da sola. Per l’omicidio del piccolo Loris era stato iscritto nel registro degli indagati il cacciatore Orazio Filone, l’uomo che ha ritrovato il corpo del bimbo, con l’accusa di sequestro di persona e omicidio. Un atto dovuto, ha sempre sostenuto la procura, per consentire accertamenti sui vestiti e sulle auto dell’uomo”.
David Stival, il papà di Andrea Loris, aveva detto, nel pomeriggio:
“Non ci posso credere…Se è stata davvero lei mi crolla il mondo addosso”.
Era entrato in Procura a Ragusa da oltre 6 ore, insieme alla moglie Veronica Panarello. Come ha scritto Blitzquotidiano,
“il primo a lasciare che il dubbio si insinuasse è stato proprio lui, un papà con lo sguardo perso, schiacciato da un peso e da una storia più grandi lui, che fino a poche ore prima non aveva esitato a difendere sua moglie definendola una “mamma speciale””.
L’avvocato Francesco Villardita, legale di fiducia della mamma di Loris, Veronica Panarello, ha detto all’Ansa:
“La mia assistita è un’indagata ma questo non significa che sia colpevole. Le è stato notificato un provvedimento di fermo per omicidio aggravato e occultamento di cadavere “.
Questo il racconto degli inviati dell’Ansa Matteo Guidelli e Mimmo Trovato:
“Omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere. Sarebbe stata dunque lei, Veronica Stival, la mamma del piccolo Loris, secondo magistrati e investigatori di polizia e carabinieri, ad uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre.
Sarebbe stata sempre lei a gettare il corpo nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Veronica avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto.
Dopo nove giorni d’indagini è arrivata la svolta. “Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all’ultimo cerchio” aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia. Nelle ultime 48 ore gli investigatori hanno lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto è andato a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri.
Perché, ad esempio, Veronica ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l’auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non ‘vedono’ la Polo nera passare nell’orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nell’appartamento di via Garibaldi? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha ‘perso’ nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio?
Tutte domande a cui la donna dovrà dare delle risposte. A partire già dalla mattinata, quando, dopo una notte in questura a Ragusa, tornerà di nuovo davanti al procuratore Carmelo Petralia e al sostituto Marco Roda.
Per ora, però, Veronica non ha ammesso alcun ruolo nell’omicidio del figlio. Ha continuato a ribadire di essere uscita di casa e di aver portato il figlio a scuola. Dura, granitica, senza una sbavatura.
Avrà tempo di fornire tutte le risposte, Veronica. A cominciare da una spiegazione plausibile alla questione delle fascette, un aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare. Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia Stival per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica, di quelle da elettricista, dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola.
Sorprese, le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe. Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris. Che è morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa. Per la Procura è la mezz’ora in cui Loris viene ucciso. Poi Veronica lo avrebbe caricato in auto, passando dal garage, e lo avrebbe portato nel canalone a Mulino Vecchio”.
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