Andrea Loris Stival, mamma ridà fascetta a maestra. Ma a scuola non le usavano

Andrea Loris Stival, mamma Veronica e quelle fascette riconsegnate alla maestra
Andrea Loris Stival, mamma Veronica e quelle fascette riconsegnate alla maestra

RAGUSA – Andrea Loris Stival, mamma ridà fascetta alla maestra. Giallo, a scuola non le usavano. Il piccolo Andrea Loris Stival è stato strangolato il 29 novembre con una fascetta da elettricista. Fascette che servivano per le lezioni di scienze e che mamma Veronica Panarello aveva riconsegnato all’insegnante di Loris della scuola di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Ma la maestra, dopo averle prese guarda mamma Veronica con un certo stupore e qui emerge un nuovo giallo: secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, e confermato dalla stessa maestra, quelle fascetta a scuola non sono mai state usate.

Giusi Fasano sul Corriere della Sera scrive:

“Un mazzo di fascette consegnato alla maestra di suo figlio. «Ve le restituisco, sono quelle che servivano per le lezioni di scienze» ha detto Veronica all’insegnante. Ma a scuola i bambini non hanno mai lavorato con quelle strisce di plastica, né per le ore di scienze né per ricerche o compiti di altro genere. E la maestra, per quanto trovasse strano l’episodio, ha fatto finta di nulla, le ha prese e subito dopo le ha consegnate alla polizia”.

Una riconsegna avvenuta dopo la scomparsa di Loris, quando la maestra andò a casa di Veronica per le condoglianze, e che appare ancor più strana alla luce dei dettagli emersi dall’autopsia:

“Loris non è morto, come si è creduto in un primo momento, strangolato con una sola mano che sembrava aver lasciato segni sul suo collo. Gli accertamenti eseguiti ieri da un nuovo medico legale dicono invece che l’«arma» del delitto potrebbe essere una fascetta da elettricista. Uno di quel lacci plastificati che una volta stretti non si possono più riaprire se non tagliandoli.

Se questa versione fosse quella reale si spiegherebbe il segno verticale sul collo (una sorta di graffio) che si ipotizza sia stato lasciato da un paio di forbici. Non a caso fra i tanti oggetti sequestrati a casa di Veronica c’è anche un paio di forbici sulle quali si faranno accertamenti per studiare la compatibilità con i segni sul collo e per rintracciare eventuali residui biologici”.

Dell’arma del delitto, nel mazzo di fascette, non c’è traccia. Mamma Veronica non è indagata, ma continua a essere sospettata, scrive la Fasano:

“il suo avvocato, Francesco Villardita, ripete che «siamo tranquilli, lei ha portato il bimbo a scuola», in Procura incrociano dati e deposizioni e mettono a fuoco contraddizioni evidenti fra un verbale e l’altro. Racconti con discrepanze macroscopiche che è difficile leggere come il frutto di un momento di confusione”.

Sempre l’avvocato ha ribadito che “ci sono problemi su una fascetta che sarebbe compatibile, e qualunque strumento penso sia compatibile per strangolare una persona purché sia abbastanza lungo per poterlo fare”. Alla domanda se le fascette consegnate dalla madre alla maestra del piccolo possano essere compatibili, ha risposto:

“Non lo so, ci vogliono accertamenti tecnici per poterlo accertare. La signora non è indagata, ma anche se lo fosse non avremmo accesso agli atti. Nulla cambia. Oggi sono venuto soltanto a trovare la signora che sta malissimo”.

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