AGRIGENTO – “Le immagini delle telecamere dicono che sei stata tu“. Davide Stival, papà del piccolo Andrea Loris Stival, non crede più all’innocenza della moglie Veronica Panarello. E anzi rincara la la dose (stando alle parole riportate da Giusi Fasano sul Corriere della Sera): “Stai cercando di coprire qualcuno? C’è qualcuno che ti minaccia o che minaccia Diego? In paese si dice che avevi un amante, che forse stai proteggendo lui… Si dice che Lorys forse ha visto qualcosa. Può essere per questo che non vuoi parlare? Dimmi come stanno le cose, ti prego. A questo punto me lo puoi dire”. Fasano riporta anche le parole di Veronica: “Non sto coprendo nessuno. E se anche ci fosse stato un amante ti pare che potrei pensare di coprire lui davanti al nostro bambino ammazzato? Si può mai pensare di ammazzare un figlio per salvare il matrimonio? Mi conosci. Non so come fai a pensare a quello che si dice in paese dopo dieci anni passati con me, non posso credere che tu mi pensi capace di una cosa del genere…”.
Il papà di Loris, ucciso lo scorso 29 novembre, ha guardato con i pm le immagini degli spostamenti di Veronica e ribadisce: “Credo ai pm, non a Veronica“. Queste le parole di Davide Stival dopo il primo incontro con Veronica, che è detenuta nel carcere di Agrigento. Un incontro organizzato nel giorno dell’Epifania, festivo che non prevede colloqui familiari.
Veronica è in carcere dal 9 dicembre con l’accusa di aver ucciso e occultato il cadavere di suo figlio Loris a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Il marito Davide fino al 6 gennaio non era mai andato a trovarla, nonostante lei gli chiedesse un incontro. L’uomo dopo il colloquio ha fatto sapere che non ce ne saranno altri: lui crede ai pm e crede alla colpevolezza della moglie.
Durante il colloquio, durato qualche ora, Stival ha chiesto alla moglie di ricostruire passo dopo passo la giornata del 29 novembre, spiega Daniele Scrofani, legale di Davide:
“Non è cambiato nulla. Veronica Panarello ha continuato a sostenere la sua versione, quella di aver accompagnato Loris a scuola quel giorno e il mio assistito le ha risposto sulla base di quello che ha visto nelle immagini estrapolate dalle telecamere: le due verità non coincidono”.
E ha aggiunto:
“Questo incontro il mio assistito lo voleva da un po’, ma ha aspettato finora, anche alla luce della decisione del Tribunale del riesame. La sua posizione, però, non cambia: allo stato degli atti, per lui, le immagini parlano chiaro e quindi crede di più alla Procura che a lei”.
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