Andrea Loris Stival, “si parla di Veronica Panarello e non di lui”: sfogo papà

Andrea Loris Stival, "si parla di Veronica Panarello e non di lui": sfogo papà
Andrea Loris Stival, “si parla di Veronica Panarello e non di lui”: sfogo papà

SANTA CROCE CAMERINA – Tutti parlano della moglie, Veronica Panarello, e nessuno sembra più preoccuparsi di ricordarsi il piccolo Loris. Davide Stival, padre del bambino trovato morto a 8 anni a Santa Croce Camerina (Ragusa) si è sfogato spesso negli ultimi giorni. Le sue parole sono state riferite da Giusi Fasano sul Corriere della Sera. La cosa che più dà fastidio a Davide Stival è che si parli sempre e solo della presunta colpevolezza della moglie e mai del dolore immenso che la morte di un figlio può portare. Inoltre Davide per ora non ha intenzione di andare a trovare la moglie in carcere (è l’unica indagata per omicidio finora) ma non esclude di farlo in futuro.

Ecco cosa succede a Davide quando ricorda il figlio:

“Mi viene un groppo in gola ogni volta che vedo i suoi giochi, i suoi vestiti, le sue cose….”. “È come se fosse sempre qui con me, ce l’ho accanto da mattina a sera e so che non mi lascerà mai”.

Ogni santo giorno è una fatica da superare, «soprattutto per l’altro piccolino che ha bisogno di me» ripete Davide, quasi che farcela per se stesso non sia una possibilità contemplata. Il figlio ucciso e la moglie in carcere con l’accusa di essere l’assassina lo fanno barcollare ogni volta che ci pensa. Ma cerca di stare in piedi come può, «per il fratellino che Lorys adorava»

Poi Fasano parla del rapporto tra Davide e la moglie Veronica:

È come se, comunque vada a finire, per lui niente possa cambiare: ha preso le distanze e le manterrà, fino a prova contraria, cioè fino a quando qualcosa di nuovo non gli farà cambiare idea. E questo vale anche per una ipotetica prossima visita in carcere: «Adesso no ma non lo escludo in futuro» ha sempre detto Davide.

Infine lo sfogo per l’attenzione morbosa dei media solo ad alcuni aspetti della vicenda:

«Veronica, sempre Veronica… solo di quello sanno parlare» si è sfogato con l’amico avvocato. «Sento sempre quel nome, e le telecamere, e il percorso, e facebook….Io non voglio dire più niente su questi argomenti. Mi sembra quasi che si parli sempre di altro e che nessuno si ricordi più di Lorys. Aveva otto anni, era un bambino meraviglioso e come tutti i bambini aveva cassetti pieni di sogni. Adesso di lui e dei suoi sogni non è rimasto più niente e per me la sola cosa giusta da fare è non dimenticarlo. Nessuno dovrebbe dimenticarlo. I miei pensieri vanno a lui, soltanto a lui».

(foto Ansa)

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