Andrea Loris Stival. Veronica Panarello, vita in carcere: prima visita

Andrea Loris Stival. Veronica Panarello, vita in carcere: prima visita
Andrea Loris Stival. Veronica Panarello, vita in carcere: prima visita (foto Ansa)

RAGUSA – Veronica Panarello in carcere continua a professare la propria innocenza: la mamma di Andrea Loris Stival dice di non aver ammazzato il figlio di 8 anni (anche se è stata arrestata e al momento è l’unica indagata). Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd, è andato a trovarla in carcere e ha raccontato l’incontro a Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, che l’hanno poi messo nero su bianco su Repubblica.

Panepinto ha parlato di una donna fiera, che con calma e fermezza ha ribadito la propria innocenza:

«Sono innocente, lo dimostrerò. Uscirò di qui e presto tornerò dalla mia famiglia», dice con voce ferma, senza mai abbassare lo sguardo e respingendo la timida offerta del parlamentare di tornare a trovarla per portarle quello che potrebbe servirle in carcere.

Anche se, ricordano Viviano e Ziniti, la famiglia sembra averla abbandonata, visto che quella di Panepinto è stata la prima visita che Veronica ha ricevuto in carcere:

Lei che è stata abbandonata da quasi tutta la sua famiglia e soprattutto dal marito Davide che non è mai andato a trovarla né (per il momento) ha intenzione di farlo, dilaniato dal dolore e da mille dubbi, ma convinto anche che le bugie di sua moglie siano la prova del suo coinvolgimento nell’atroce morte di Loris. Solo Francesco Panarello, il “padre” che non è suo padre, è andato di nuovo a trovarla portandole due pacchi di indumenti nuovi, alcuni dei quali inviati dai “fan” che si ritrovano sulle pagine Facebook aperte per solidarizzare con lei e sulle quali si confrontano, dividendosi, anche i familiari. È avvolta in una tuta blu Veronica, il viso smunto e i capelli tirati in una coda.

Questo il sunto del colloquio tra Panepinto e la Panarello:

«Veronica, vorrei farle le condoglianze per la perdita di suo figlio». È l’unico momento in cui lo sguardo di Veronica, le mani strette in quelle del deputato Pd, sembra velarsi di commozione. Risponde a monosillabi alle timide domande del consigliere regionale. «Come sta?» «Sto bene». «Mangia? È assistita bene?». «Sì, viene il medico tutti i giorni». «Ma quanti anni ha, 25? Sembra così piccola…» «Ne ho 26». «Desidera qualcosa? Se ha bisogno posso tornare a trovarla ». «Non mi serve nulla, dimostrerò la mia innocenza e uscirò presto di qui. Devo tornare a casa da mio marito e mio figlio». «Deve avere pazienza…»

Questa è la giornata di Veronica in cella raccontata dai due giornalisti di Repubblica:

tempo scandito dal colloquio quotidiano con lo psichiatra, dalla visita del medico che la costringe a pesarsi ogni giorno per controllare che il suo rifiuto (ormai non più totale) del cibo non vada oltre il livello di guardia.

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