Andrea Pizzocolo e le “coincidenze” con l’omicidio di Yara Gambirasio

Andrea Pizzocolo
Andrea Pizzocolo

ROMA – Un caso, forse solo una coincidenza ma agli inquirenti, l’omicidio di Lavinia Simona Ailoaiei, la 18enne strangolata, stuprata (da morta) e poi abbandonata in un campo da Andrea Pizzocolo ricorda quello di Yara Gambirasio. Anche il corpo di Yara Gambirasio venne ritrovato abbandonato in un campo, così come quello di Lavinia Simona Ailoaiei. Anche vicino al cadavere di Yara Gamibirasio venne ritrovata una fascetta da elettricista, lo stesso tipo di fascetta con la quale Pizzocolo ha soffocato e ucciso Lavinia. Gli inquirenti valutano, ipotizzano e cercano altre coincidenze, altri elementi in comune. Forse solo un caso, forse solo una coincidenza ma gli inquirenti hanno deciso nei giorni scorsi di comparare il dna del killer di Lodi, Andrea Pizzocolo con quello trovato sugli indumenti di Yara Gambirasio.

Andrea Pizzocolo e l’archivio degli orrori. Nascosta nella Hyundai color argento di Andrea Pizzocolo, impiegato “modello” presso un’agenzia di assicurazione, gli investigatori, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di Lavinia, hanno trovato un borsone, dentro altre telecamere e altri video. Ci sono altre vittime? In questi giorni è stata scoperta un’altra vittima di Pizzocolo, connazionale di Lavinia, Gabriela, avvicinata da Pizzocolo mentre si prostituiva in viale Certosa, a Milano. Dopo un primo rifuto Pizzocolo  l’aveva immobilizzata, legata con le fascette, ancora la fascette, e con un nastro nero da bondage, proprio come Lavinia. Poi l’aveva picchiata, caricata in auto e avvolta in un lenzuolo. Gabriela, al contrario di Lavinia, però è riuscita a liberasi e a scappare. In una conferenza stampa in Questura a Lodi, il capo della Squadra Mobile Alessandro Battista ha lasciato intendere che forse Gabriela non sarà l’ultima: “Nei prossimi giorni ci attiveremo per sentire altre dieci donne che siamo riusciti a identificare come persone che hanno avuto a che fare per incontri a luci rosse con Pizzocolo”.

 

 

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