ROMA – Il comandante dei Vigili urbani di Roma, Angelo Giuliani, si difende dalle voci che lo vogliono a capo di un sistema di racket ai danni dei gestori di locali del centro storico. Nega assolutamente di essersi mai macchiato di alcun reato in tal senso e dice che qualcuno sta cercando di incastrarlo. Perché? “Per dare il comando del Corpo ad una persona esterna, qualcuno che con noi non ha niente a che fare”, dice Giuliani in un’intervista a ‘La Repubblica’
“Mi vogliono incastrare – dice – Mi accusano di essere a capo di una cupola malavitosa. Una cosa pazzesca. Io sono il comandante dei vigili di Roma. Sono una persona pulita”. Poi spiega: “Tutto nasce al Gruppo sportivo della polizia municipale. Qualcuno si è introdotto nei locali dell’amministrazione e ha rubato gli hard disk. In quei dischetti c’era la memoria con tutti gli sponsor delle iniziative sportive della polizia municipale. C’era l’elenco dei pagamenti, il conto degli assegni anche. Un furto strano. L’ho detto quando sono andato a sporgere denuncia. Perché entrare in un posto e rubare il dischetto della contabilità? Sono cominciati i guai”.
“Sono responsabile del Gruppo sportivo, presidente – prosegue – Ho parlato con carabinieri, anche ieri in modo informale. Sembra ci sia un ammanco, i soldi degli assegni non sarebbero in cassa, sarebbero in un conto bancario. Gli assegni tutti girati e incassati. Credo che abbiano accusato me. Mi hanno chiesto dei soldi, ma sono lì, ho gli atti con l’elenco di tutti gli sponsor”.
Chi l’ha accusata? “Non ho ben capito -risponde – Sono indiscrezioni, nessuno mi parla chiaramente. Ci sarebbero delle testimonianze. Qualcuno ha detto “mi ha fatto pressione per le sponsorizzazioni”, “mi ha costretto a pagare”. Ma come avrei fatto? Non sono sul campo da anni. Non vado in strada, non ho il controllo della città. Falsità”.
Qualche nome? “So che tra quelli che mi hanno tirato in ballo c’è Bernabei Liquori, sponsor del Gruppo Sportivo dal 2002. Ma non so in che termini, non ne sono sicuro. Ma io posso provare la mia onestà”.