Angelo Rizzoli in carcere: “Senza fisioterapia la sclerosi peggiora”

ROMA – In carcere con la sclerosi multipla: succede, e come sia duro lo sta provando sulla propria pelle Angelo Rizzoli. L’ex editore, 70 anni, è detenuto al carcere romano di Rebibbia con l’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, un crac da 30 milioni. Affetto da 52 anni da sclerosi multipla a placche, Rizzoli è stato subito trasferito al reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Ma qui non può fare la riabilitazione che frena la sclerosi. Che non è l’unica di cui soffre: Rizzoli è affetto anche da diabete mellito, cardiopatia (ha avuto un infarto), ipertensione arteriosa, insufficienza renale cronica, pancreatite e mielopatia.

Rispondendo a Repubblica l’ex editore ha parlato della sua condizione. Senza “rimostranze da fare. I medici mi seguono, gli agenti penitenziari sono seri. Dico solo che qui dentro la mia malattia invalidante può solo peggiorare. Ed è una malattia rischiosa”.

Fatica a muoversi, ha il braccio e la gamba destra paralizzati. Non riesce a farsi la doccia: “Rischio di cadere. Mia moglie non può venire, così la badante… Mia moglie non sa niente delle mie società cinematografiche, delle fiction, non so perché l’hanno tirata dentro”.

In carcere non gli è stata dato ancora un bastone. “Mi hanno appena detto che è arrivato, in giornata dovrebbero darmelo. Ho rifiutato la stampella. Qui tutto è lento, mancano le persone. I tagli penitenziari: non c’è un poliziotto che possa portare i giornali dal carcere di Rebibbia all’ospedale Pertini e così non leggo quotidiani. Credo di non essere mai stato trentacinque giorni senza i giornali. Leggo libri, romanzi”.

L’unica speranza sarebbero i domiciliari, ma è una speranza flebile, dopo il no del Tribunale del Riesame lo scorso 8 marzo. “Sabato dovrei vedere i pubblici ministeri, credo che in quell’occasione si deciderà il mio futuro. L’unica certezza è che l’otto marzo scorso gli arresti domiciliari mi sono stati negati”.

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