Secondo quanto riporta il sito online del quotidiano Terra, la Corte dei conti ha posto sotto sequestro preventivo sei cliniche “San Raffaele” del gruppo Tosinvest Sanità degli Angelucci. Il provvedimento è stato emesso dai magistrati contabili per cautelare le casse del servizio sanitario regionale dai possibili danni erariali, stimato in oltre 134 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti, sarebbe questa la cifra totale delle fatture relative a prestazioni di riabilitazione irregolari o inesistenti, che la San Raffaele spa degli Angelucci avrebbe illecitamente addebitato al servizio sanitario del Lazio. Così, dopo le misure cautelari disposte dal tribunale di Velletri nei confronti di Antonio Angelucci e di altre 11 persone, è arrivato il “sequestro conservativo ante causam” di alcune proprietà immobiliari della società.
Le cliniche San Raffaele poste sotto sequestro (ma la cui attività non è stata interrotta) sono quelle di Velletri, di Roma (in via della Pisana e al Portuense), di Cassino e di Sulmona.
Le accuse rivolte ai dirigenti della Tosinvest sono pesanti: secondo gli inquirenti, 8 ricoveri su 10 della clinica di Velletri erano destinati a finte riabilitazioni. Inoltre, nella casa di cura i controlli erano scarsi e non ci sono state denunce alle autorità sanitarie quando si sono presentati casi di tubercolosi.
La San Raffaele spa è una delle maggiori realtà imprenditoriali a livello nazionale nel settore della riabilitazione, attiva principalmente nel Lazio con ben 13 strutture. Solo nel 2008, su 330 milioni di euro stanziati dalla regione Lazio per la riabilitazione intensiva ai privati, ben il 26 per cento, pari a circa 85 milioni di euro, finivano al gruppo degli Angelucci. Inoltre, su un totale di 3185 posti letto ordinari e 288 in day hospital, la San Raffaele spa detiene rispettivamente il 30 e il 40 per cento dell’intero fabbisogno dei posti letto di riabilitazione regionale.
I commenti sono chiusi.