– MILANO, 30 OTT – Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha inoltrato stamani un esposto alla Procura della Repubblica di Brescia, al Comando nazionale dei carabinieri Tutela della salute e al nucleo dei Nas di Brescia, per chiedere un intervento per accertare se nell’allevamento di cani Beagle destinati alla sperimentazione ‘in vivo’ Green Hill, di Montichiari (Brescia) vi siano ”violazioni della normativa statale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali di affezione”. Il ministro chiede di accertare anche ‘violazioni della disciplina igienico sanitaria nonche’ di quella concernente il decreto legislativo n. 116 del 1992” sulla protezione di animali utilizzati a fini sperimentali. Questo perche’ siano adottati provvedimenti, compreso il ”sequestro degli animali detenuti nella struttura”.
Nell’esposto si sottolinea come negli ultimi tempi vi siano state ”proteste” che ”hanno dato luogo anche alla costituzione di movimenti animalisti spontanei, volti a sottoporre all’attenzione delle autorita’ competenti la situazione in cui si trovano i suddetti animali, e anche il ministro del Turismo e’ stato destinatario di numerose denunce circa la realta”’ del Green Hill. ”Le condizioni, a dir poco insalubri, in cui vivono in chiaro sovraffollamento i Beagle di ”Green Hill” – continua il ministro – costituiscono circostanza che, al di la’ della sua intrinseca gravita’ (configurando il maltrattamento di animali, come noto, un reato), produce un gravissimo pregiudizio all’immagine del nostro Paese”.
”In attesa del termine dell’iter parlamentare della legge comunitaria, che potra’ quindi obbligare la chiusura della Green Hill, vietandone l’attivita’ sul suolo nazionale, e impedira’ la nascita di realta’ analoghe – spiega una nota del ministero – il ministro del Turismo intende farsi interprete ancora una volta delle istanze di quella maggioranza degli italiani che ama gli animali e vuole vederli rispettati. E in particolare del sentimento delle migliaia di cittadini che, da tempo, auspicano un intervento delle istituzioni sul caso Green Hill, una ”fabbrica di morte” che ”non puo’ trovare spazio in un grande paese civile quale e’ l’Italia”..