Animalisti liberarono beagle Green Hill condannati per furto

Animalisti liberarono beagle Green Hill condannati per furto
Animalisti liberarono beagle Green Hill condannati per furto (Foto LaPresse)

BRESCIA – Dodici condanne tra gli 8 e i 10 mesi per furto e una assoluzione. Questa la sentenza del tribunale di Brescia per gli animalisti che nel 2012 hanno assaltato l’allevamento di cani beagle di Green Hill a Montichiari, in provincia di Brescia. Gli animalisti il 28 aprile 2012 liberarono i beagle dal canile-lager, i cui dirigenti sono stati condannati per maltrattamento. Ora però per gli animalisti è arrivata la condanna per furto, con pena sospesa, e il risarcimento da versare a Green Hill. Condanne comunque lievi rispetto ai 4 anni richiesti dal pm Ambrogio Cassiani, che si è detto comunque soddisfatto della sentenza, mentre la Lega antivivisezione annuncia il ricorso in appello.

Gli animalisti dal canto loro non si dicono pentiti e dopo la sentenza, scrive l’Ansa, dicono di essere pronti a rifare tutto: “ho solo lavato dei cani da un lager”, questo il loro commento. Tutto inizia nell’aprile 2012, quando gli animalisti decidono di liberare centinaia di cani di razza beagle dall’allevamento di Green Hill, cani che erano destinati alla vivisezione. Gli animalisti vennero arrestati e rimasero in carcere per due notti. Per loro il pm chiese condanne fino a 4 anni, ma i giudici hanno imputato condanne fino a 10 mesi. Vittorio Arena, legale di buona parte degli imputati, ha commentato:

“Bene, è andata ben. Per i reati più gravi gli imputati sono stati assolti. Non ci fermiamo e ricorreremo in appello. Siamo convinti di aver costruito una linea difensiva che vogliamo continuare a seguire”.

Oltre alla pena, sospesa per tutti, i giudici hanno condannato i dodici animalisti al pagamento, in via solidale tra loro, ad un risarcimento del danno in favore di Green Hill 2001 da liquidarsi in separata sede assegnando alla stessa provvisionale immediatamente esecutiva di diecimila euro. Intanto la Lega Antivivsezione (Lav) ha già annunciato che il ricorso in Appello:

“Auspichiamo che la Corte d’Appello possa valutare diversamente i fatti, alla luce dei successivi accadimenti nella struttura e relative vicende processuali. Seppur rispettiamo quelle che sono le decisioni dell’Autorità giudiziaria, riteniamo che questa sentenza vada a confliggere con il riconoscimento dell’animale quale soggetto, essere senziente e non res, e la conseguenza che gli attivisti coinvolti non hanno assolutamente rubato qualcosa ma piuttosto salvato vite animali da maltrattamenti e uccisioni”.

Gestione cookie