POTENZA – Nelle indagini sulla morte di Anna Esposito, dirigente della Digos della questura di Potenza – riaperte circa un anno fa – la Procura della Repubblica di Potenza sta approfondendo l’ipotesi che la donna sia stata uccisa – e non si sia suicidata, come apparve in un primo momento – e ha iscritto una persona nel registro degli indagati con tale accusa.
La notizia è stata confermata a Potenza, ma non si è appreso il nome della persona indagata.Il cadavere di Anna Esposito fu trovato il 12 marzo 2001 nell’appartamento di servizio che la donna occupava, nella caserma ”Zaccagnino” della Polizia di Stato, a Potenza.
La prima ipotesi fu quella che Esposito si fosse suicidata, impiccandosi con una cintura alla maniglia di una porta. Non si trovarono motivi che avrebbero potuto spingere Esposito a togliersi la vita, né messaggi per spiegare il gesto. Il pubblico ministero ipotizzò l’istigazione al suicidio: successivamente, l’inchiesta fu archiviata, senza indagati.
Dall’autopsia non emersero tracce di sostanze tossiche nel sangue della funzionaria della Polizia. Lo scorso anno – si è saputo martedì mattina – il fascicolo è stato riaperto con l’ipotesi di omicidio. Due le ipotesi sulle quali lavorano gli investigatori: la prima mette in relazione il delitto di Esposito con la scoperta, da parte della donna, di particolari relativi all’assassinio di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa nel 1993, il cadavere della quale è stato trovato nel 2010 nel sottotetto di una chiesa, sempre a Potenza. La seconda ipotesi fa riferimento ad una possibile pista passionale.