Antonio Colamonico condannato a 25 anni per l’omicidio di Bruna Bovino

Antonio Colamonico condannato a 25 anni per l'omicidio di Bruna Bovino
Antonio Colamonico condannato a 25 anni per l’omicidio di Bruna Bovino

BARI – La Corte di Assise di Bari ha condannato a 25 anni di carcere il 36enne Antonio Colamonico, imputato per l’omicidio della estetista 29enne italo-brasiliana Bruna Bovino, uccisa il 12 dicembre 2013 nel centro estetico che gestiva a Mola di Bari. Tra le pene accessorie stabilite dai giudici c’è anche la decadenza della potestà genitoriale. La Corte ha inoltre condannato l’imputato al risarcimento danni nei confronti delle costituite parti civili, 250mila euro ciascuno ai due figli minorenni (con 50mila di provvisionale), 150mila euro ciascuno a madre e familiari della vittima, 30mila euro per le due associazioni antiviolenza Giraffa Onlus e Safiya Onlus e per la Regione Puglia.

“Questa sentenza non ci porterà Bruna indietro ma è stata fatta giustizia. La condanna inflitta al suo assassino sia di esempio a tutti uomini che fanno male ogni giorno ad una donna”. Commenta commossa Lilian Baldo la sentenza di condanna a 25 anni di carcere nei confronti di Colamonico per l’omicidio di sua figlia, Bruna Bovino. Dopo la lettura del dispositivo nell’aula della Corte di Assise di Bari le parti civili, i familiari della vittima, le associazioni antiviolenza Safiya Onlus e Giraffa e la Regione Puglia, hanno tenuto una conferenza stampa. La mamma e altri parenti indossavano magliette con la foto della vittima stampata e sotto la scritta “contro il femminicidio”. Il difensore di Colamonico ha parlato di processo indiziario e ha annunciato la probabile proposizione dell’appello dopo la lettura delle motivazioni della sentenza.

“Questa condanna motiverà tutte le donne vittime a denunciare, consapevoli che la giustizia è in grado di vedere, giudicare equamente e riparare a questi crimini”, ha detto l’avvocato Barbara Spinelli, che nel processo rappresentava alcuni familiari della vittima e l’associazione antiviolenza Safiya Onlus. “Il femminicidio è un dramma corale che colpisce tutti, le famiglie delle vittime, associazioni e istituzioni – ha detto Andreina Orlando, legale dell’associazione Giraffa – ed è un segnale importante il risarcimento alle associazioni antiviolenza perché rappresenta il riconoscimento di un danno”. Alla lettura de dispositivo della sentenza hanno assistito anche molti amici e familiari dell’imputato i quali, lasciando l’aula, mandavano baci volanti a Colamonico dicendogli di credere nella sua innocenza. “È un processo indiziario nel quale abbiamo proposto alla Corte una ricostruzione dei fatti diversa”, ha detto a margine uno dire difensori dell’imputato, l’avvocato Nicola Quaranta. “Leggeremo le motivazioni della sentenza – ha concluso il legale – vedremo quali sono i punti di criticità da riproporre alla Corte di Assise di Appello”.

Gestione cookie