Anziano sgozzato a Genova: il figlio ammette

GENOVA – ''Mio padre era uno spilorcio, era sporco e faceva rumore di notte, non mi lasciava dormire''. C'e' il seme della follia dietro la morte di Daniele Lo Verso, 82 anni, sgozzato nel suo appartamento sulle colline genovesi. E' stato il figlio Marcello, 47 anni e alle spalle un brutto incidente stradale che ne ha compromesso le facolta' mentali, ad ucciderlo. Una tragedia familiare ricostruita in poche ore, nel corso dell'interrogatorio dell'uomo su cui sin dall'inizio si erano rivolti i sospetti degli investigatori.

''Si', l'ho ucciso io non lo sopportavo piu''', ha detto l'omicida ai carabinieri. E nel suo diario hanno trovato le tracce di un rapporto ormai degenerato. Su quelle pagine Marcello annotava ogni cosa, dalle medicine che prendeva all'odio per il modo in cui il padre batteva la forchetta sul piatto in cui mangiava.

Manie che, tra lunedi' e martedi', lo hanno spinto a impugnare un lungo coltello da cucina e a intrufolarsi nell'abitazione del padre. Cappello di lana in testa e addosso alcuni sacchetti di plastica ''per non sporcarsi'', ha detto ai carabinieri, l'omicida ha aspetto per alcune ore il padre, acquattato nel corridoio del piccolo appartamento nelle case popolari del Cep. Poi e' saltato addosso ''a quel vecchio'' che gli dava ''solo cinquanta euro al mese'' e lo ha trafitto con una decina di coltellate.

Fatale quella al collo, inflitta dalle spalle. Poi la fuga con in tasca mille euro, la pensione del padre, le medaglie e le coppe che l'anziano aveva vinto alle bocce, l'hobby con cui quel vecchio cercava di dimenticare il dramma di quel figlio vittima di un grave incidente di moto, nel 2008, dal quale non si era ripreso del tutto.

Il denaro, come il resto della refurtiva, sono stati ritrovati dai carabinieri nell'alloggio in cui Marcello Lo Verso si era trasferito dopo l'ennesima lite con il padre. ''A volte urlavano fino a tardi'', il racconto di qualche vicino di casa dell'anziana vittima. E anche Monica, la figlia che ieri pomeriggio ha trovato il cadavere, aveva subito riferito ai carabinieri dei ''rapporti burrascosi'' tra il fratello e il padre.

Il giallo del Cep si e' cosi' risolto in una notte. Una notte di parole folli, tirate fuori dal diario che, nel giorno dell'assassinio del padre, e' rimasto bianco.

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