Anzio, pugile ucciso a coltellate: due fratelli si sono costituiti e sono stati fermati: “E’ stata una disgrazia”

Due fratelli di origine magrebina sono stati fermati nell'ambito dell'omicidio del pugile Leonardo Muratovic. I due, scrivono le agenzie, si sono costituiti nella notte.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Luglio 2022 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
Anzio, pugile ucciso a coltellate: due fratelli si sono costituiti e sono stati fermati

Due fratelli di origine magrebina si sono costituiti e sono stati fermati per l’omicidio del pugile Leonardo Muratovic. Il 25enne è stato ucciso a coltellate ad Anzio nella notte di sabato.

“Ho fatto tutto io, mio fratello non c’entra. E’ stata una lita finita male, una disgrazia. ll coltello non era mio, lo aveva il pugile” avrebbe detto uno dei fratelli.

Le prime notizie

I due, scrivono le agenzie, sono costituiti ieri in una stazione dei carabinieri di Roma. L’accusa è concorso in omicidio.

I due indagati si trovano attualmente nel carcere di Velletri. Ad eseguire il provvedimento i carabinieri, gli uomini della squadra mobile di Roma e agenti del commissariato di Anzio. I due fratelli dovranno essere ascoltati nei prossimi giorni dal gip per l’interrogatorio di convalida.

Chi era Leonardo Muratovic

Leonardo Muratovic, 25 anni, da anni praticava boxe. I pugili della palestra Phoenix Pomezia – dove Leonardo si allenava – hanno postato una foto per salutarlo, guardando il cielo e con il dito in alto per il “campione che sei stato. Fai buon viaggio ti porteremo sempre nel cuore”.

Daniel, il fratello del ragazzo, all’Adnkronos lo ha raccontato così: “Mio fratello è uno che portava il sorriso anche quando non lo avevamo, quando eravamo tristi. Era felice, un ragazzo educato, se serviva una mano aiutava il più debole, che se aveva un euro in tasca lo donava e restava senza. Nel momento più buio Leonardo arrivava portando allegria, era il sole nel buio. Ultimamente mi aveva detto di star meglio, di sentirsi bene, che la sua vita stava migliorando, che aveva iniziato a credere in Dio, che era contento, che si era fidanzato. Lavoricchiava, stava a casa con mamma e papà. Era felice e con il sorriso lo hanno portato via”.