App Immuni. Il ministro Pisano spiega. Tutti i dubbi sull’efficacia e le riserve sulla privacy restano

ROMA – Sarà garantita la privacy: non verranno pubblicizzati i dati personali e non si verrà nemmeno localizzati.

Lo garantisce il Governo: secondo quanto spiega il ministro dell’Innovazione Paola Pisano, l’app Immuni, scelta dal governo per il tracciamento dei contagi, dovrebbe essere operativa entro la fine del mese. 

Forse troppo tardi perché serva davvero a qualcosa, o al contrario troppo presto per poterla definire davvero sicura?

Il progetto della app Immuni “è totalmente inutile e potenzialmente pericoloso, per questo
sarebbe un bene se venisse interrotto”, chiude tranchant il presidente di Anorc Professioni, Andrea Lisi,.

Gli operatori professionali (Anorc): “App inutile, fermatevi”

In replica diretta al ministro che sul sito ufficiale del ministero ha risposto alle domande sulla app ‘Immuni’ che la stessa Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di
contenuti digitali le aveva inviato lo scorso 24 aprile.

“Ci sono ancora troppi dubbi sui criteri di scelta di quest’app, sulla sicurezza informatica dell’applicazione, sulla licenza di rilascio, sui contratti stipulati tra governo e società private perché è incredibile ci venga risposto che il ministero che l’ha selezionata non sia nella disponibilità degli stessi”.

Siamo sicuri che servirà specie se in pochi la scaricheranno?

Per il ministro  rimarrebbe comunque uno strumento utile perché potrà comunque contribuire a rallentare la pandemia, specialmente in combinazione alle altre misure implementate dal governo.

Questo rallentamento, anche se minimo, ridurrà comunque la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale.

Per il presidente Anorc la app a questo punto non è solo inutile, ma anche dannosa.

“Soprattutto- continua Lisi- si hanno oggi pesantissimi dubbi sulla sua efficacia nella lotta alla prevenzione, considerato che ormai si esprimono perplessità da più fonti internazionali.

Siamo davvero partiti male, inceppandoci su questioni rilevanti che andavano subito affrontate in modo netto e ora, a furia di compromessi, forse la protezione dei dati è più garantita, la trasparenza in parte espressa, ma l‘utilità dell’app si è esaurita sul nascere.

Credo – conclude l’esperto – che alla luce delle varie analisi fatte, giuridiche e tecniche, il progetto relativo a quest’app sarebbe un bene se venisse interrotto perché molto probabilmente ormai totalmente inutile e potenzialmente pericoloso per l’alto numero di falsi positivi che
potrebbe rilevate e per la bassissima affidabilità dei dati rilevati”. (fonti Agi, Agenzia Dire)

 

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