Appalti Trenitalia: 15 arrestati, indagini sulle forniture di accessori

FIRENZE – Sono 15 le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Espresso”, su presunti appalti truccati di Trenitalia e di Sepsa Spa. Quarantadue le persone indagate, 56 le perquisizioni in tutta Italia. L’operazione è condotta dalla squadra mobile di Firenze e dalla Polfer Toscana, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze.

Dei 15 arrestati, nove sono in carcere e sette ai domiciliari. Sono otto, in particolare, gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti. Gli arrestati sono 15 ma le ordinanze di custodia cautelare eseguite sono 16: l’imprenditore Cesare Damiano ha avuto sia la custodia cautelare in carcere che i domiciliari. In carcere sono finiti anche gli imprenditori Salvatore Avallone, Gennaro Caianiello, Stefano Acciaio e Gelsomina Pagano, oltre ai funzionari o dirigenti della Sepsa Sergio Gallo, Sergio Henke, Luigi Rivieccio e Raffaele Majolo. Ai domiciliari sono finiti gli imprenditori Guglielmo e Antonio Del Vecchio e Riccardo Poggi, oltre ai funzionari di Trenitalia Tiberio Casali, Marco Mazzanti e Giovanni Mugnai.

Oltre all’associazione per delinquere, i capi d’accusa contestati agli indagati abbracciano una serie di reati che vanno dalla truffa, al peculato, alla turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, alla corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, alla rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, alla falsità commessa da pubblici impiegati incaricati di pubblico servizio.

Secondo l’accusa, funzionari e dipendenti di società a partecipazione pubblica e imprenditori concorrenti avevano formato un’organizzazione finalizzata a falsificare le gare d’appalto. Venivano realizzate turbative d’asta attraverso cartelli tra imprese finalizzati da un lato ad aumentare le probabilità di aggiudicarsi l’offerta, dall’altro a ridistribuire all’interno della cordata il lavoro aggiudicato ad una delle società del gruppo.

Le gare d’appalto sono relative alla fornitura di accessori per la manutenzione dei treni, quelle finite nel mirino degli investigatori nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze su appalti truccati di Trenitalia e dell’azienda di trasporto pubblico Sepsa. Il valore di ogni singola gara oscilla tra i 500.000 e i tre milioni di euro.

Secondo quanto spiegato, gli appalti in questione riguardavano, tra l’altro, forniture di schede elettriche per la riparazione dei convertitori, accessori per la riparazione di unità frenanti, bobine per motori elettrici, collettori, bobine per locomotrici, accessori per la riparazione di piccole macchine rotanti.

Intanto Trenitalia ha fatto sapere che sono state avviate da anni profonde verifiche sull’affidamento appalti delle ferrovie, con l’allontanamento di 39 dirigenti e 10 quadri e con circa 100 ditte cancellate dal sistema di qualificazioni.

L’indagine è partita dall’esposto di un imprenditore (poi indagato perché ritenuto coinvolto nei reati). Ai magistrati, l’imprenditore, annotano gli investigatori, ”che lavora da anni come fornitore nel settore ferroviario, riferiva di avere subito pressioni e veri e propri tentativi di concussione da parte del funzionario di Trenitalia commisurabili nella percentuale del 2,5% dell’importo delle gare di appalto”.

”Tali somme – spiegò più tardi l’imprenditore – erano finalizzate a evitare problemi nel prosieguo della produzione, dopo l’aggiudicazione della gara” visto che il funzionario ”si trovava nella condizione di poter, ad esempio, non concedere proroghe per la consegna, determinando così il pagamento di penali ingenti”. Per l’imprenditore hanno poi chiesto l’arresto, negato dal gip: ”Ciò che emerge dagli accertamenti – scrivono gli investigatori – è che” fa parte ”con piena convinzione dello stesso cartello criminale”

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