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Arbeit macht frei, il meccanico di Rimini rimuove la scritta: “Non ho studiato, non lo sapevo”

di Daniela Lauria |25 Gennaio 2018 13:13

Arbeit macht frei, il meccanico di Rimini rimuove la scritta: "Non ho studiato, non lo sapevo"

Arbeit macht frei, il meccanico di Rimini rimuove la scritta: “Non ho studiato, non lo sapevo”

RIMINI – “Non ho studiato, non conoscevo il significato di quella scritta”. Si è giustificato così Alessandro Bertuccioli, il meccanico di Rimini che aveva appeso sulla porta della sua officina un’insegna con la scritta “Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi. Alessandro, classe 1979, non aveva la benché minima idea di cosa fosse Auschwitz, il lager nazista sul cui cancello campeggia ancora oggi la frase terrificante.

In una Rimini, città medaglia d’oro per la Resistenza e a pochi giorni dal Giorno della Memoria, c’è un meccanico che non ha mai sentito parlare dello sterminio di 6 milioni di ebrei. Alla fine, spiega al Corriere della Romagna, ha deciso di rimuovere il cartello, ma solo perché “non riuscivo più a lavorare”. “Ho ricevuto decine di telefonate, centinaia di messaggi e richieste. Allora ho deciso di chiudere qui questa storia e di togliere il cartello”.

La difesa del meccanico è a tratti disarmante: “Sono nato nel 1979 e non ho studiato. Non so niente di storia. Mi sembrava lo slogan più bello da utilizzare su un luogo di lavoro. Non conoscevo il significato originario di quella frase, né tanto meno quello della Giornata della Memoria”.

Ma l’Anpi di Rimini non sembra credergli: “Ci si chiede come sia possibile che una persona nata nel 1979 non abbia mai visto un film, una foto con didascalia, uno spunto sulla tragedia della Shoah” e che quella scritta “non gli sia mai stata associata alla tragedia”. Ignoranza? “Un sempliciotto non avrebbe appeso nella sua attività un cartello con quella frase in tedesco”, in quel gesto “oltre alla bugia leggiamo la provocazione”. E “se tenere tra le mani un testo gli costasse troppa fatica, potrebbe andare su youtube e ascoltare una delle tante testimonianze dei sopravvissuti dei campi di concentramento”.

Intanto l’amministrazione comunale di Rimini, ha invitato il meccanico a fare di più: partecipare alle ricorrenze organizzate per ricordare l’olocausto degli ebrei. Ma, al momento, Alessandro non sembra intenzionato. “Una disinvoltura penosa e imbarazzante – ha detto il comune – Lo sanno anche gli alunni delle elementari cos’è il Giorno della memoria: in quei campi di concentramento in cui era esposta la scritta Arbeit macht frei, furono torturati umiliati, disumanizzati e spesso uccisi migliaia di esseri umani”.

 

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