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“Arbeit macht frei”: la scritta su una officina di Rimini

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“Arbeit macht frei”: la scritta su una officina di Rimini. Ed è polemica

RIMINI – A pochi giorni dalla Giornata della Memoria, che ricorda le vittime del nazismo, a Rimini è apparsa la scritta Arbeit macht frei su una officina. E si è scatenata la polemica.

“Alessandro deve togliere quel cartello dalla sua officina, immediatamente, ma non perché ci sia una legge che lo impone o perché nasce una protesta”, ma “come atto consapevole di avere sbagliato, gravemente, nel non riflettere sulla responsabilità che ognuno ha nell’usare le parole”. Così il Comune di Rimini in una nota con cui condanna, dal proprio sito, l’iniziativa del giovane meccanico che ha appeso la scritta Il lavoro rende liberi sulla porta della propria officina.

L’uomo ha replicato alle proteste dicendo che, nato nel 1979, non ha la benché minima idea di cosa sia Auschwitz, il lager nazista all’ingresso del quale campeggia ancora quella scritta, o lo sterminio di 6 milioni di ebrei.

L’Amministrazione comunale, che si appresta a commemorare il Giorno della Memoria il 27 gennaio, in una Rimini città medaglia d’oro per la Resistenza, “non può restare indifferente a certe parole stampate su un cartello all’ingresso di un’attività artigianale aperta al pubblico e quindi fotografate e riportate nero su bianco sulle pagine della stampa locale”. Ed è “una disinvoltura imbarazzante e penosa la sua ignoranza in merito alla storia e ‘all’uso’ di quella scritta in tutti i campi di concentramento nazisti e ad Auschwitz”.

Insorge anche l‘Anpi di Rimini, chiedendo “a gran voce che quella scritta sia rimossa”: “Ci si chiede come sia possibile che una persona nata nel 1979 non abbia mai visto un film, una foto con didascalia, uno spunto sulla tragedia della Shoah” e che quella scritta “non gli sia mai stata associata alla tragedia”. Ignoranza? “Un sempliciotto non avrebbe appeso nella sua attività un cartello con quella frase in tedesco”, in quel gesto “oltre alla bugia leggiamo la provocazione“. E “se tenere tra le mani un testo gli costasse troppa fatica, potrebbe andare su youtube e ascoltare una delle tante testimonianze dei sopravvissuti dei campi di concentramento”.

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