Arcigay: abolire "don't ask, don't tell" anche in Italia

ROMA, 20 SET – "La fine della Dadt (Don't ask don't tell) è una pietra miliare nella lotta del movimento gay internazionale per la conquista della piena parità. E' una decisione di dignità e rispetto che avrà ricadute in tutto il mondo": cosi' Paolo Patanè, presidente di Arcigay, commenta la decisione dell'amministrazione Usa di cancellare il bando ai militari gay e lesbiche visibili nell'esercito americano.

"Sono attesi decine di coming out nell'esercito Usa – continua Patanè – e festeggiamenti anche tra le truppe. In Italia non esiste alcun bando alla visibilità gay nell'esercito, ma registriamo, insieme agli amici di Polis Aperta, associazione di omosessuali che svolgono prevalentemente il proprio servizio nelle forze di polizia e nelle forze armate, forti difficoltà tra militari a essere visibili come omosessuali e lesbiche. Qualche passo avanti nelle forze dell'ordine italiane è stato fatto grazie a Oscad, l'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, fortemente voluto dal capo della polizia Antonio Manganelli e in rapporto diretto e continuativo con Arcigay. Sarebbe puoi buona cosa implementare nell'esercito italiano corsi di sensibilizzazione alle tematiche relative ai diversi orientamenti sessuali, esattamente come negli Usa dove il 97% dei militari ne ha frequentato uno".

"Ci uniamo idealmente ai festeggiamenti di gay e lesbiche americani per questa grande vittoria. L'auspicio è quello di poter festeggiare, più prima che poi, qualche vittoria di uguaglianza anche per gay e lesbiche italiani" conclude Patanè.

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