Arenzano, strage di sub: si immergono per vedere relitto Haven. Un morto l’anno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2015 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Arenzano, strage di sub: si immergono per vedere relitto Haven. Un morto l'anno

Arenzano, strage di sub: si immergono per vedere relitto Haven. Un morto l’anno

GENOVA – E’ strage di sub ad Arenzano, la cittadina ligure nelle cui acque affondò la petroliera cipriota Haven nel 1999: dal 2011 si conta almeno un morto all’anno e il numero sembra destinato a crescere. Si immergono sul sito del relitto, considerato uno dei più grandi al mondo tra quelli visitabili. Ma lo è solo dal 1999, prima era off-limits per legge. Ad aggravare il bilancio delle vittime però, secondo il Secolo XIX, ci si è messa pure l’abrogazione nel 2011 di una la legge regionale che istituiva un registro ad hoc per le guide subacquee. E dunque garantiva immersioni più sicure, specie in prossimità del relitto.

L’ultima vittima si chiamava Julien Giller, svizzero di 34 anni, collassato domenica pomeriggio subito dopo la risalita: si era spinto fino a 55 metri di profondità. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo e non è escluso, riportano Pablo Calzeroni e Matteo Indice sul quotidiano ligure, che il fascicolo si allarghi anche alle altre morti degli ultimi anni.

Dal 2011, annotano i due giornalisti, il numero dei sommozzatori nella zona è cresciuto del 10-15%. C’è forse una correlazione, si domandano, tra la cancellazione della legge e l’aumento degli incidenti gravi? All’epoca la Liguria era governata dalla giunta di centrosinistra di Claudio Burlando e assessore al Turismo era Gabriele Cascino. Raggiunto dal Secolo XIX l’ex assessore si giustifica:

L’Unione europea ci stava informalmente pressando, ritenendola poco compatibile con le norme sulla libera circolazione delle merci; la gestione era piuttosto onerosa e i sub di Piemonte e Lombardia in primis stavano cominciando a snobbare la Liguria, per andare dove non c’erano restrizioni. Certo il ragionamento statistico è legittimo, ma non credo si possa stabilire una correlazione netta fra scelte politiche e maggiori pericoli”.

Eppure la giunta, contestualmente all’abrogazione, si era impegnata a creare una Commissione permanente per l’attività subacquea e la prevenzione dei rischi. Ma non si è mai riunita.