Arietta Mata, il corpo della prostituta uccisa da un anno e mezzo in obitorio. Una colletta per darle degna sepoltura Arietta Mata, il corpo della prostituta uccisa da un anno e mezzo in obitorio. Una colletta per darle degna sepoltura

Arietta Mata, il corpo della prostituta uccisa da un anno e mezzo in obitorio. Una colletta per darle degna sepoltura

Arietta Mata, il corpo della prostituta uccisa da un anno e mezzo in obitorio. Una colletta per darle degna sepoltura
Arietta Mata, il corpo della prostituta uccisa da un anno e mezzo in obitorio. Una colletta per darle degna sepoltura

MODENA – Da un anno e mezzo il corpo di Arietta Mata giace all’obitorio. Da gennaio 2018, quando fu strangolata e gettata sui binari per inscenare un incidente a Gaggio, tra Modena e Castelfranco Emilia. E soltanto ora, la 24enne ungherese, una delle tante schiave del sesso a pagamento lungo la via Emilia, potrà riposare in pace. Grazie a una colletta promossa da Libera e l’associazione Papa Giovanni XXIII per organizzarle un funerale.

La sua tragica fine fece molto scalpore all’epoca: il cadavere della ragazza, morta da ore, fu notato dal macchinista di un treno che transitava di prima mattina a Gaggio, alle porte di Castelfranco. Dopo indagini lampo, la squadra mobile intuì che non si trattava di un incidente. Fu così fermato come indiziato Pasquale Concas, 50enne di origini sarde che aveva appena finito di scontare 23 anni di carcere per aver rapinato e ucciso un’anziana ad Olbia negli anni ’90. La procura di Modena ipotizza che l’abbia ammazzata per rubarle i soldi e poi avrebbe adagiato il corpo sui binari per inscenare un incidente.

L’uomo si trova ora in carcere. Nel frattempo il consolato ha contattato i parenti della giovane in Ungheria, rintracciandoli in un villaggio rurale dove le possibilità di avere i soldi per far rientrare la salma dall’Italia sono pari a zero. Così, di dare una degna sepoltura alla ragazza nessuno si è più curato.

“Arietta – racconta Irene Ciambenzi dell’associazione Papa Giovanni XXIII – era stata contattata solo poche volte dall’unità di strada, finalizzata all’emersione dello sfruttamento della prostituzione e alla proposta di percorsi di recupero e integrazione. Ma il suo ricordo resta indelebile, come quello delle sue connazionali che dopo l’omicidio, incontrando gli operatori della nostra associazione, hanno pianto a lungo”.

Mentre resta ancora da fissare la data delle esequie, una recente operazione della polizia di Stato ha svelato indirettamente in che condizioni vivesse la 24enne a Modena: era una delle venti prostitute sfruttate e tenute sotto giogo da una banda di albanesi. Pare che il protettore di Arietta fosse proprio uno dei capi di un gruppo criminale radicato sul territorio al punto da arrivare a sparare contro altri protettori che volevano portare concorrenza nell’ambitissima via Emilia delle ore notturne. (Fonte: Ansa)

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