Arnaldo Cestaro, l’uomo che ha fatto condannare l’Italia per violenze Diaz

Arnaldo Cestaro, l'uomo che ha fatto condannare l'Italia per le violenze Diaz
Arnaldo Cestaro, l’uomo che ha fatto condannare l’Italia per le violenze Diaz

STRASBURGO – Quella sentenza che prima ancora di condannare l’Italia la fa vergognare per l’assenza del reato di tortura porta in alto scritto il suo nome. Il nome di Arnaldo Cestaro, 75 anni, di Vicenza. E’ Cestaro, infatti, l’uomo che ha presentato ricorso al Tribunale di Strasburgo per l’assurdo pestaggio della scuola Diaz di Genova, quella che il vice questore Michelangelo Fournier nella deposizione davanti ai giudici definì una “macelleria messicana”. Per quel pestaggio Cestaro, dopo 14 anni, due interventi e un’invalidità permanente ha ottenuto 45 mila euro di risarcimento.

Ma chi è Arnaldo Cestaro? Nato a Vicenza ma residente a Padova Cestaro è stato da sempre un semplice militante comunista. Nel 2001, quando ha 61 anni, decide di andare a manifestare pacificamente contro il G8. Va a Genova, partecipa al corteo pacifico e poi decide di fermarsi in città per la sera prima di rientrare a Padova. E’ un tranquillo signore di 60 anni e quando in città chiede informazioni su dove dormire gli viene indicata la scuola Diaz. Cestaro arriva là, posa le sue cose ed esce per andare a mangiare un boccone. Torna e si sdraia su una coperta non lontano dall’ingresso della scuola. Poco dopo scoppia l’inferno: c’è l’irruzione della polizia. Lui racconterà che in un primo momento temeva fossero i black bloc e racconterà pure che in un primo momento, a vedere le uniformi si era sentito sollevato. Un tragico errore di valutazione. La polizia picchia brutalmente e picchia anche lui: un signore coi capelli bianchi che dorme su una coperta.

Da quel pestaggio Arnaldo Cestario si alzò con gravi lesioni al braccio e alla gamba destra, e fu costretto a due operazioni, una a Genova e l’altra a Firenze.  Le lesioni sono permanenti e per questo Cesaro decise di ricorrere alla Corte Europea. E là, dopo 15 anni, ha ottenuto giustizia. In un video del 2008, Cestaro racconta che le “belve” che lo hanno picchiato cantavano “Faccetta Nera”.

 

 

Gestione cookie