Blitz contro anarchici, 10 arresti, fermo a Genova: “Saldatura Italia-Grecia”

Lettera Fai recapitata a Equitalia Sud (LaPresse)

ROMA – Una raffica di arresti contro gli anarchici, un’operazione dei Ros su ordine della procura di Perugia che ha portato anche al fermo di  un uomo a Genova nell’ambito delle indagini sull’attentato a Roberto Adinolfi di Ansaldo (anche se non c’è alcuna specifica contestazione) e altri quattro indagati. Dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere (8 notificate in Italia e 2 all’estero), contro appartenenti alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri) , che sono state eseguite nelle prime ore del mattino del 13 giugno. Le accuse riguardano, tra l’altro, gli attentati del 2009 alla Bocconi, al Cie di Gradisca d’Isonzo; al dg di Equitalia a Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l’Ambasciata greca di Parigi nel 2011.

L’arrestato nell’ambito delle indagini sull’agguato ad Adinolfi è un genovese di 22 anni di origini siciliane, abitante nel centro storico di Genova. Gli altri indagati sono due uomini e due donne, tutti di giovane età e a loro volta residenti in centro. Dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata a scopi eversivi.  Secondo quanto precisa l’Ansa “non figurano, tuttavia, a carico delle persone coinvolte contestazioni specifiche relative all’attentato”, rivendicato dalla Fai, subito il 7 maggio scorso da Adinolfi.

Il gip Lidia Brutti a pagina 159 dell’ordinanza di custodia cautelare scrive testualmente secondo quanto riporta l’Ansa: ”Non è inutile sottolineare che il simbolo stampato sulle rivendicazioni degli attentati del dicembre 2011 è il medesimo, ad eccezione degli acronimi Fai/Fri utilizzato per la rivendicazione dell’attentato a mano armata ai danni dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi”. ”Il documento – aggiunge il gip – e’ firmato da una nuova sigla federativa, ‘Nucleo Olga FAI/FRI’. Appare evidente, oltre all’identità dell’organizzazione Fai/Fri che ha rivendicato gli attentati del 2011, il chiaro riferimento alla detenuta Olga Ikonomidou, il cui coinvolgimento nella ideazione e formazione del fronte rivoluzionario della Fai è già stato delineato”.

SALDATURA CON LA GRECIA Il comandante del Ros, generale Giampaolo Ganzer, ha detto che “la matrice dell’attentato Ansaldo è la stessa”. L’operazione antiterrorismo  ”ha documentato una ”saldatura” tra la componente italiana e greca dell’anarco-insurrezionalismo”, ha detto ancora Ganzer. ”E’ la vera novita”’ dell’indagine, ha sottolineato.  Gli investigatori hanno tra l’altro rilevato che il nome dell’anarchica greca richiamato nella denominazione della cellula dell’attentato di Genova ad Adinolfi e’ anche indagata nell’inchiesta di Perugia. Punti di contatto sono stati rilevati anche per quanto riguarda il simbolo dell’azione genovese. Il generale Ganzer ha comunque ribadito che il “ferimento del manager dell’Ansaldo non e’ contestato nel procedimento perugino”.

MATERIALE PER “FABBRICARE ORDIGNI” ‘Nel corso delle perquisizioni eseguite dai Carabinieri del Ros per l’inchiesta della procura di Perugia su una organizzazione anarco-insurrezionalista Fai-Free è stato sequestrato materiale utile per confezionare ordigni”, ha aggiunto Ganzer in una conferenza stampa. Il materiale ritenuto utile alla preparazione di ordigni esplosivi è stato sequestrato a Terni, – secondo quanto scrive l’Ansa “nell’abitazione di Giulia Marziale. La giovane e’ stata comunque bloccata dai carabinieri del Ros sulla costa teramana. Nel corso della successiva perquisizione nella sua casa, gli investigatori hanno quindi trovato elementi meccanici ed elettrici, come molle, fili e bulbi di lampadine, considerati utili per preparare plichi esplosivi da spedire per posta o altri ordigni da far esplodere in loco. Materiale indicato – hanno spiegato ancora i carabinieri – nel “manuale dell’anarco-esplosivista” e in quello denominato “mille modi per sabotare il mondo””.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale di Perugia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei maggiori esponenti dell’organizzazione terroristica che aveva effettuato i più recenti attentati con ordigni esplosivi in Italia ed all’estero.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate oltre 40 perquisizioni in tutto il territorio italiano, nei confronti di ulteriori 24 indagati. Raggiunti dal provvedimento anche due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i complici liberi in Italia, avrebbero progettato le campagne terroristiche, dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.

Sono accusati dell’articolo 270 bis del codice penale, terrorismo con finalita’ internazionali, i dieci arrestati nell’ambito del operazione del Ros di Perugia contro una presunta organizzazione anarchica. Contestati inoltre, i singoli attentati.

Tra i sei cittadini greci indagati ci sarebbe anche quella Olga cui era dedicato il volantino che ha rivendicato l’attentato contro Adinolfi. Ganzer ha parlato anche di “provata saldatura con i movimenti anarchici greci”. E ha spiegato che il gruppo era pronto a utilizzare “sia bombe sia armi da fuoco” per attentati “con ordigni e azioni dirette con armi da fuoco”.

I NOMI L’Ansa riporta i nomi degli arrestati: Stefano Gabriele Fosco, cinquantenne abruzzese residente in Toscana; la sua compagna Elisa Di Bernardo, toscana; Alessandro Settepani, originario del ternano e dimorante nel perugino; Sergio Maria Stefani, trentenne romano; Katia Di Stefano, ventinovenne toscana ma dimorante a Roma; Giuseppe Lo Turco, ventitreenne, catanese domiciliato a Genova; Gabriel Pombo Da Silva, quarantaquattrenne spagnolo attualmente detenuto in Germania; Marco Camenisch, sessantenne svizzero detenuto nel Paese elvetico, Paola Francesca Iozzi, trentunenne marchigiana domiciliata a Perugia; Giulia Marziale, trentaquattrenne abruzzese domiciliata a Terni. Sono indagati altri 24 anarco-insurrezionalisti tra cui 6 greci della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, già detenuti. Tra gli arrestati – secondo gli investigatori – figurano alcuni tra i maggiori esponenti dell’organizzazione che ha firmato alcuni tra i piu’ recenti attentati con ordigni esplosivi in Italia ed all’estero. Nel corso dell’operazione sono state effettuate oltre 40 perquisizioni in tutto il territorio italiano. Figure di spicco – sempre secondo gli investigatori – sarebbero i due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i complici liberi in Italia, avevano progettato le campagne terroristiche, dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.  Due persone sono state bloccate a Pisa Un arresto e alcune perquisizioni sono stati eseguiti a Genova. Sarebbe stato eseguito anche un arresto a Viterbo e si tratterebbe di uno studente dell’università della Tuscia.

Sarebbe un ruolo di ”propulsori, sul piano ideativo e programmatico, della vita dell’associazione eversiva” quello delineato per Gabriel Pombo da Silva e Marco Camenish, detenuti in Germania e Svizzera, nell’inchiesta condotta dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura di Perugia. Nell’ordinanza di custodia cautelare si evidenzia la ”progressiva evoluzione verso una dimensione internazionale della Federazione anarchica informale, infine consacrata nelle piu’ recenti rivendicazioni dall’affiancamento a tale sigla (o al corrispondente acronimo Fai) quella del Fronte rivoluzionario internazionale (Fri).

Sottolineata inoltre ”una crescente tendenza al rafforzamento organizzativo, mediante collegamenti con soggetti di primario spessore nel panorama della frangia estrema del movimento anarco-insurrezionalista internazionale”. Secondo il gip ”è palese la tendenza dell’associazione sovversiva verso un progressivo innalzamento degli obiettivi e delle forme lesive attraverso le quali attuare azioni dirette, concretizzando in tal modo l’avanzamento del progetto eversivo, auspicato in molti dei documenti analizzati”.

L’IDEOLOGO E’ considerato uno degli ideologi della rete anarchica insurrezionalista Stefano Gabriele Fosco, il cinquantenne di Chieti ma da tempo residente a Pisa, arrestato nella città toscana stamani insieme all’ex compagna Elisa Di Bernardo, 36 anni, nell’ambito del blitz condotto dai carabinieri del Ros di Perugia. L’uomo era da tempo tenuto sotto stretta osservazione anche dalle forze dell’ordine pisane, proprio per la sua militanza anarchica e per il suo ruolo di ‘teorico rivoluzionario’. La coppia, a lungo legata anche sentimentalmente, si era separata da poco e manteneva solo contatti legati all’attività politica. Entrambi, secondo gli inquirenti, provengono dall’area dell’anarchismo verde che a Pisa porto’ nella primavera del 2002 alla fondazione del circolo Il Silvestre, decapitato poi nel 2006 quando furono arrestate dieci persone e tra queste anche il leader Costantino Ragusa e la moglie Silvia Guerini, tuttora detenuti perche’ sospettati, insieme allo svizzero Luca Bernasconi, di un tentato attacco contro il centro di ricerche Ibm di Ruschlikon, ai quali gli anarchici pisani più duri non hanno mai fatto mancare attestati di solidarietà. La sede del circolo, in via del Cuore a Pisa, chiuse i battenti proprio in seguito a quell’operazione e si spostò temporaneamente a Ivrea per poi tornare nel centro storico di Pisa circa due anni fa anche se con un altro nome. Il ritrovo è frequentato da un ristretto gruppo di persone costantemente tenute sotto controllo da polizia e carabinieri.

LE INTERCETTAZIONI “Hanno tirato fuori le pistole e hanno cominciato a sparare…è stato bello”. E’ quanto dice uno degli arrestati nell’operazione del Ros, Alessandro Settepani, alla sua compagna commentando un episodio avvenuto in Grecia. E’ il 26 maggio del 2011 e la chiacchierata nell’abitazione dei due è intercettata dai carabinieri: Settepani commenta un comunicato dell’organizzazione greca ‘Cospirazione delle cellule di fuoco’ in seguito ad uno scontro a fuoco tra due anarchici e la polizia, chiamata da una signora che aveva visto i due in atteggiamenti sospetti. “‘Sti tipi invece di arrendersi e consegnarsi – dice Settepani – hanno tirato fuori le pistole e hanno cominciato a sparare…e’ stato bello perche insomma alla fine…gente giovane…e uno è rimasto ferito…gli sbirri tutte e due feriti…uno di loro è scappato con la macchina degli sbirri…e ce l’ha fatta…e l’altro è rimasto ferito ed è stato arrestato”. L’uomo sembra contento di quanto accaduto – “…ma ti rendi conto che grande, che grande…che serietà, c…che integrità c…” – anche perché da tempo criticava l’ ‘attendismo’ di parte del movimento anarchico. “Non è la briscola e il tresette del bar…é una guerra. – dice infatti qualche giorno prima in un’altra intercettazione – La gente non lo vive così. E’ un gioco…lo vive come un gioco…mettiamo i pantaloncini neri…la felpina nera…poi magari un cappuccetto…e a quel punto siamo fighi!”. Ed invece è in un altro modo che bisogna procedere. “Per me qualsiasi attacco è benvoluto – spiega l’uomo alla sua compagna – se tu fai l’attacco…se lo puoi fare…puoi prendertela o con un semplice disgraziato bancomat o con il Parlamento…cioè puoi sia dinamitare il Parlamento ma puoi anche, che ne so, sporcare questo (inc)…è sempre un attacco…la cosa più importante per me è che avvenga l’azione diretta!”. Ed è “quello che manca in Italia…non c’è non c’è…e quando è il momento giusto…quando lo cogliamo questo c…di attimo di merda…è come i comunisti, aspettare la prospettiva rivoluzionaria! E’ adesso la prospettiva rivoluzionaria! E’ subito! E’ ora!”. Se uno non se la sente, conclude, “è innocuo al nemico!…io voglio persone efficaci! Efficaci non a lungo termine…efficaci nell’immediato”.

MATERIALE SEQUESTRATO  Alcuni chili di vecchie monete, da 100 e 200 lire, probabilmente utilizzabili per rendere più offensivo un eventuale ordigno. Poi cavi, corde, batterie, nastro isolante, guanti di gomma, qualche scatola di zampironi, colle, taglierini e forbici. E’ il materiale sequestrato dai carabinieri del Ros in un appartamento del centro di Bologna, nella camera di uno studente di 24 anni, trasferitosi da poche settimane in città. La perquisizione è avvenuta nell’ambito dell’operazione dei militari coordinati dalla Procura di Perugia, accertati i contatti dello studente con Alessandro Settepani, uno dei dieci anarchici arrestati. Il giovane, originario dell’aretino e iscritto all’ateneo di Modena, è infatti conosciuto come attivista di area anarchica, pur senza particolari precedenti. Al momento del blitz, non era a Bologna, ma a casa dei genitori in Toscana e lì è stato quindi raggiunto. Prima della perquisizione non risultava indagato. Nella camera è stato trovato anche materiale scritto, scaricabile da internet, come volantini della Fai. E’ stato sequestrato anche un computer. Altre due perquisizioni sono state fatte in regione, con esito negativo. Sulle colline forlivesi, in un casolare riconducibile a Settepani e a Ravenna, a casa di un diciottenne indagato.

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