Artem Tkachuk, le prime parole dopo l'accoltellamento: "Ecco cosa è successo" (foto Ansa) Artem Tkachuk, le prime parole dopo l'accoltellamento: "Ecco cosa è successo" (foto Ansa)

Artem Tkachuk, le prime parole dopo l’accoltellamento: “Ecco cosa è successo”

Artem Tkachuk, le prime parole dopo l'accoltellamento: "Ecco cosa è successo" (foto Ansa)
Artem Tkachuk, le prime parole dopo l’accoltellamento: “Ecco cosa è successo” (foto Ansa)

NAPOLI – “Non so perché ce l’avessero con me. Io non mi mischio con queste persone non mi abbasso al loro livello”. Queste le prime parole di Artem Tkachuk, uno dei ragazzi che ha fatto parte del cast de “La Paranza dei bambini”, accoltellato nella zona dei baretti di Chiaia a Napoli durante una serata con gli amici.

Queste le parole del diciottenne in una intervista a “Repubblica”.

Come è andata?

«All’improvviso questi ragazzi che non avevo mai visto si sono avvicinati e mi hanno chiesto: “Sei del Rione Traiano?”. Io ho detto di no, e uno di quelli mi ha colpito in faccia con uno schiaffo».

E lei cosa ha fatto?

«Ho reagito, ma poi sono arrivati in molti e ho iniziato ad allontanarmi. Quelli mi hanno raggiunto e hanno iniziato a picchiarmi».

Quanti erano?

«Una quindicina, io ho continuato a difendermi. Ero con un solo amico, ma poi sono scappato in auto e ho visto il sangue».

Non si era accorto di essere stato pugnalato?

«No, solo quando ho visto tutto quel sangue ho capito di essere stato pugnalato».

Perché è stato aggredito con tanta violenza?

«Forse mi hanno scambiato per un altro, io con il Rione Traiano non centro niente, sono di tutta altra parte di Napoli, vivo ad Afragola».

Forse per il ruolo che ha interpretato nel film? Alcuni baby boss del film erano del Rione Traiano….

«Non lo so. Davvero. Io non sono un ragazzo che si lascia trascinare in litigi. Non mi mischio con certe persone inutili nella mia vita. Ci andrei a perdere. Non sono una persona che risponde alla cattiverie, non uso la stessa moneta. Lascio perdere e non mi abbasso al livello di questa gente»

E adesso? Dopo quanto accaduto cambia qualcosa nella sua vita?

«No, perché sono cose che possono accadere. Questa è la vita. Nessuno è davvero al sicuro».

Il suo amico come sta?

«Sta bene, ha avuto solo uno schiaffo, anche lui è un bravo ragazzo, ora è al lavoro».

Che sogni ha per il futuro?

«Sto studiando teatro e dovrei partecipare a una fiction per la Rai. Ma la cosa più importante di tutte è essere un uomo con dei valori, con dignità e onore».

Lei è nato in Ucraina ma è cresciuto qui. I suoi genitori sono ucraini, lei si sente italiano?

«Sono nato in Ucraina ma sono italiano, anzi sono soprattutto napoletano».

Che pensa di Napoli?

«La amo ma c’è troppa ignoranza tra i ragazzi. Si lasciano andare a cose inutili. Mi hanno aggredito in quindici. Vorrei dire loro: non è questo che ti fa forte. Io mi sono difeso. Come si fa a non reagire? Non è da me fuggire. Li ho affrontati. E sono sempre pronto ad affrontarli, sono fatto così».

Ha avuto paura?

«Quando ho visto tutto quel sangue ho pensato soprattutto a mia madre». Fonte: Repubblica.

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