FIRENZE – “Ho ucciso io Ashley Olsen“. Cheik Diaw, l’uomo fermato il 13 gennaio con l’accusa di aver strangolato la donna americana di 35 anni nella sua casa di via Santa Monica, a Firenze, la sera del 9 gennaio ha confessato l’omicidio. L’assassino è un senegalese di 27 anni, immigrato irregolare e sconosciuto alle forze dell’ordine, contrariamente a quanto precedentemente sostenuto. L’uomo ha detto agli inquirenti di aver incontrato Ashley in un locale e di essere andato a casa con lei, ma che non voleva ucciderla.
Agli inquirenti Diaw ha detto di aver avuto un rapporto sessuale con la Olsen, poi lei gli ha chiesto in modo busco di andare via prima che arrivasse il suo fidanzato. “Non sono mica un cane“, ha replicato allora il killer per poi spingerla. La donna ha battuto la testa e lui ha dichiarato di averle lasciato i segni sul collo nel tentativo di rialzarla.
La versione dei fatti ricostruita dalla Procura però ha un epilogo differente: il killer l’avrebbe colpita alla testa o gliela avrebbe fatta sbattere su una superficie, strangolandola poi con un laccio o una catenina e poi si è allontanato portando con sé il telefonino della vittima in cui ha inserito la proprio scheda sim.
Le due versioni, sia quella di Diaw che quella degli investigatori, escludono quindi la pista del gioco erotico finito in tragedia, ha spiegato Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze, durante una conferenza stampa:
“Non c’è traccia di gioco erotico. E’ possibile che i due protagonisti non fossero lucidi. Aspettiamo gli esami tossicologici su Ashley. Abbiamo elementi per pensare che avessero assunto sostanze che non li rendevano lucidi, alcol di sicuro, forse altro. Non risulta che si conoscessero”.
Intanto la perizia autoptica sul corpo della Olsen spiega che sarebbe morta per strangolamento, ma altre lesioni sono presenti, ha aggiunto il procuratore Creazzo:
“La morte sarebbe sopravvenuta anche per altre lesioni: l’autopsia ha fatto rilevare due fratture al cranio. L’omicidio ha avuto sia un’azione contundente, sia un’azione di strangolamento”.
Il senegalese fermato è irregolare, incensurato, sconosciuto alle forze dell’ordine, ha dichiarato il procuratore di Firenze
“E’ in Italia da pochi mesi dove aveva raggiunto i fratelli”.
Creazzo, sottolineando l’aspetto che il senegalese è irregolare in Italia, ha detto che
“in caso di fuga sarebbe stato difficilmente rintracciabile. Purtroppo, anche a causa di una certa pressione mediatica, nelle ultime ore si stava rischiando di compromettere l’indagine, per questo ci siamo chiusi a riccio. C’era il rischio di una fuga”.
(Foto Facebook)