FIRENZE – L’esame del Dna dell’uomo fermato per l’omicidio di Ashley Olsen coincide con quello trovato sul luogo del delitto. L’uomo, un senegalese di 25 anni, era già noto alle forze dell’ordine per spaccio di droga. Il fermato non era un amico della Olsen, ma i due si conoscevano e lei lo avrebbe fatto entrare nel suo monolocale di via Santa Monica il 9 gennaio dove è stata strangolata con un cavetto. Dall’autopsia, spiegano gli inquirenti, non è ancora chiaro se il rapporto sessuale sia stato consenziente, ma la morte della donna potrebbe essere avvenuta per un gioco erotico finito in tragedia.
L’uomo è accusato di omicidio aggravato ed il fermo è stato disposto dalla procura di Firenze: si tratta di un extracomunitario, secondo le prime indiscrezioni di nazionalità senegalese, attorno ai 25 anni, già noto alle forze dell’ordine per questioni di droga. Sarebbe stato lui ad uccidere la giovane donna statunitense, forse dopo un rapporto di tipo erotico. L’uomo non era un amico di Ashley, ma lei avrebbe avuto una frequentazione con lui e lo avrebbe incontrato anche dopo aver trascorso una parte della sua ultima notte in un locale notturno di Firenze.
Il fermo dell’uomo è giunto nella tarda serata del 13 gennaio, a conclusione di una giornata in cui la polizia scientifica ha trascorso dieci ore nella casa della donna per compiere un accurato sopralluogo. L’incontro dell’uomo con Ashley potrebbe essere legato ai rapporti dell’uomo con gli ambienti legati alla droga e potrebbe poi aver avuto uno ‘sviluppo’ erotico. Nel caso ci sia stato un rapporto sessuale, al momento l’autopsia non ha chiarito se sia stato consenziente.
L’assassino ha strangolato Ashley usando un cavo o qualcosa di simile. Ulteriori passi delle indagini saranno legati anche a risposte di carattere scientifico. Non a caso, la polizia scientifica di Firenze è tornata nella casa di Ashley per proseguire il sopralluogo iniziato subito dopo la scoperta del cadavere, sabato scorso. La raccolta di tracce e indizi si è protratta praticamente per tutta la giornata.
Gli investigatori hanno anche usato la tecnica del cosiddetto ‘luminol’, che consente di trovare tracce sovrapposte, non visibili ad occhio nudo. Hanno scattato foto e girato video. Dopo alcune ore, gli agenti hanno portato nell’abitazione anche macchinari per la rilevazione delle impronte digitali con la tecnica del cianoacrilato. Fra gli oggetti che sono stati sequestrati ci sono cavetti di computer, abiti, lenzuola e materiale cartaceo.
Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate sull’uomo poi fermato incrociando testimonianze e i video delle telecamere di sorveglianza. Nei giorni scorsi l’alibi del fidanzato della donna, Federico Fiorentini, un pittore fiorentino di 42 anni, è stato riscontrato ed è solido. La trentacinquenne ha incontrato il suo assassino la notte fra giovedì e venerdì scorsi, dopo aver lasciato il locale ‘Montecarla’, che si trova a poche centinaia di metri da casa sua. I due hanno poi raggiunto l’abitazione dell’americana.
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire cosa sia successo nella casa. Ieri il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, non ha voluto rispondere a una domanda sulla presenza di droga nell’abitazione. Mentre il fatto che il cadavere fosse nudo lascia pensare che ci sia stato un approccio erotico: nel caso, perlomeno inizialmente, sarebbe stato consensuale, visto che Ashely non ha lottato con l’assassino. Spetta ai risultati di altri accertamenti disposti sui campioni prelevati durante l’autopsia chiarire se vi sia poi stato un abuso.
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