Il viaggio del missile che non partì: spreco dell’Asi da 1.1 mln di euro

Pubblicato il 30 Gennaio 2012 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA  – L’Agenzia spaziale italiana ha speso 1,1 milioni di euro per il lancio di un satellite. Lancio mai effettuato, motivo per cui il 19 dicembre 2011 la Guardia di Finanza ha prelevato la documentazione. Il viaggio è stato organizzato nel 2009 a spese pubbliche. Enrico Saggese, presidente dell’Asi dal 2009, dovrà rispondere alla Corte dei conti che ha segnalato “irregolarità” nella gestione dell’ente spaziale italiano, come riporta il Corriere della Sera. Sotto osservazione sarebbero ora i rapporti tra l’Asi e Finmeccanica, denunciati dall’astrofisico Giovanni Bignami.

La Corte dei conti analizzerà le spese di alberghi e ristoranti delle 33 persone inviate negli usa per assistere al lancio del satellite dalla base di Vandenberg, in California. Una spedizione di 9 giorni composta da personale dell’Asi, militari e politici rivelatasi inutile, con il lancio rimandato, e costata 1 milione di euro. Il conto comprende anche 116 mila euro pagati alla 9pm srl, di james Victor Pallas, per “assistenza all’organizzazione di manifestazioni pubbliche”.

Il viaggio del satellite non è l’unica irregolarità trovata dalla Corte dei conti nella gestione dell’ente. Saggese fu nominato dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini nel 2008. La denuncia della nomina non andò giù al suo predecessore Giovanni Bignami, astrofisico, che dopo un anno denunciò: “Il piano spaziale nazionale lo sta scrivendo la Finmeccanica”.

Saggese fino a qualche anno prima della nomina all’Asi era azionista della Space engineering, con cui l’ente spaziale stipulò contratti per milioni di euro. La presenza in Asi di persone provenienti da Finmeccanica e che all’ente costano 550mila euro, come spiega il Corriere della Sera, potrebbe sembrare sospetta. Nella schiera dell’Asi nel 2010, dopo le elezioni, si ritrova anche Marco Airaghi, un deputato di An che fu amico e consigliere per le attività aerospaziali del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Airaghi diverrà poi presidente della società controllata Asitel.

Mario Canzio, Ragioniere generale dello Stato, invia all’Asi un ispezione il 15 luglio 2011 per il viaggio pagato per un lancio non effettuato. Vengono così scoperte altre “illegittimità varie in materia di contratti a tempo determinato”, un totale di 44 in tre anni. Trai i casi sospetti, come afferma il Corriere, quelli di un maresciallo di capitaneria e di un consigliere parlamentare, Antonio Menè, nominati dirigenti e con stipendi da circa 60 mila euro l’anno oltre a quelli del loro lavoro. “Il servizio di supporto psicologico al personale dell’ente”, costato 15.600 euro, era invece assegnato alla compagna di uno dei “fedeli” di Saggese, come li definisce il Corriere.

Non manca nemmeno un “inutile studio del mercato editoriale”, come lo ha definito l’ispettore, di 20 mila euro. C’è poi la consulenza legale dell’avvocato di stato Pierluigi Di Palma sotto osservazione dell’ispettore, una collaborazione iniziata nel 2004, ben prima dell’arrivo di Saggese, ma che è stata confermata per 7 anni. Di Palma è stato direttore generale dell’Enac ed è vice segretario generale della Difesa, nominato da La Russa. Anche Sveva Iacovoni, moglie di Di Palma, è una distaccata dell’Asi e lavora al ministero delle Infrastrutture di Altero Matteoli.

“In occasione della richiesta da parte dell’ente di pareri su varie problematiche all’avvocatura dello Stato, si è constatato che… l’avvocato, quale consulente dell’ente, formulava la richiesta di parere e, in veste di avvocato dello Stato, rispondeva al quesito da lui stesso prospettato”. Queste le parole dell’ispettore riportate dal Corriere sull’attività di Di Palma. Queste sarebbero dunque solo alcune delle falle nell’ente spaziale italiano, che dai primi dati sembra scrivere l’ennesima storia di sprechi del pubblico denaro, mentre la ricerca scientifica in Italia “arranca” per ottenere fondi e la “fuga dei cervelli” prosegue.