Al via le domande per l’assegno unico per i figli. Il nuovo strumento nasce come universale. Destinato quindi ai lavoratori dipendenti che finora hanno usufruito delle detrazioni, ma anche agli autonomi, che delle detrazioni invece non hanno mai potuto approfittare, ai pensionati e ai disoccupati.
Assegno unico per i figli, ecco da chi può essere richiesto
Tutti i cittadini italiani o europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni e che qui pagano le tasse, potranno presentare da oggi richiesta all’Inps, per vedersi riconoscere a partire da marzo un beneficio per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili.
L’importo varia da 175 a 50 euro al mese a seconda della condizione economica della famiglia calcolata in base dell’Isee, tenuto conto dell’età e del numero dei bambini o ragazzi presenti nel nucleo e di eventuali situazioni di disabilità.
La richiesta può essere presentata da uno dei due genitori, a prescindere dalla convivenza con il figlio, direttamente sul sito Inps tramite Spid, carta di identità elettronica o carta dei servizi. Chiamando il contact center o attraverso i patronati. Dopo i 18 anni, la domanda può essere inoltrata anche direttamente dai figli che possono chiedere il beneficio diretto della quota di assegno loro spettante, compresa tra i 25 e gli 85 euro al mese. Il beneficio ha durata annuale, da marzo a febbraio dell’anno successivo.
Assegno unico per i figli, i benefici da marzo
Per le domande presentate all’Inps a gennaio e febbraio, l’assegno sarà corrisposto a partire da marzo, con pagamenti effettuati dal 15 al 21 del mese. In caso di ritardo contenuto, per le domande cioè che saranno presentate fino al 30 giugno 2022, l’assegno unico spetterà con tutti gli arretrati a partire da marzo.
Per le famiglie che, al momento della domanda, saranno in possesso di Isee in corso di validità, l’assegno verrà corrisposto con importi maggiorati e calcolati in base alla fascia economica. Le stesse maggiorazioni saranno riconosciute, retroattivamente, anche a coloro che al momento della domanda non siano in possesso dell’indicatore, ma che presentino l’Isee entro il 30 giugno. Perderà il vantaggio invece chi tarderà ulteriormente.
Per le richieste presentate dal primo luglio in poi, infatti, l’assegno partirà dal mese successivo a quello di presentazione. E sarà determinato sulla base dell’Isee valido al momento della domanda. L’Isee è importante per calcolare il peso del beneficio. L’assegno massimo andrà a chi ha un indicatore economico inferiore a 15.000 euro, quello minimo a chi si trova sopra la soglia dei 40.000 euro.
Per ottenerlo, è possibile recarsi ai un Caf. O richiederlo online sul sito internet dell’Inps (sempre tramite Spid, carta di identità elettronica o carta nazionale dei servizi), scegliendo la modalità ordinaria o precompilata. Non si tratta però di una condizione strettamente necessaria per ottenere il sostegno.
Ecco a quanto ammonta l’importo minimo per tutte le famiglie
L’importo minimo di 50 euro al mese sarà erogato infatti anche alle famiglie che non lo presenteranno. Con l’entrata in vigore dell’assegno unico, scompariranno da marzo quasi tutti i sostegni a favore della natalità, detrazioni comprese, ad eccezione del bonus per gli asili nido.
Ad essere abrogati saranno il premio alla nascita o all’adozione (il bonus ‘mamma domani’); l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori; gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfani; l’assegno di natalità (il cosiddetto ‘bonus bebè’) e, appunto, le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.