Attacchi al cardinale Tettamanzi: scontro Avvenire-Giornale

ROMA, 5 GIU – Ormai e' vero e proprio scontro tra Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, e Il Giornale per i ripetuti attacchi di quest'ultimo al cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi.

L'ultimo ''casus belli'' e' l'articolo scritto ieri sul quotidiano di Paolo Berlusconi dall'ex direttore Mario Giordano, richiamato in prima pagina sotto l'occhiello ''Sermoni rossi'' e titolato a tutta pagina con ''Tettamanzi benedice il compagno Pisapia''.

Secondo Il Giornale, quello del cardinale di Milano nella festa a San Siro con 50 mila cresimandi e' stato ''un comizio'', in cui Tettamanzi ha ''gettato la maschera'' esaltando l'elezione di Pisapia come una ''primavera''. E giu' duri commenti su come possa la diocesi ambrosiana schierarsi con ''chi sostiene coppie di fatto e eutanasia''. ''L'unica speranza e' che arrivi presto il successore – chiosava Il Giornale -. Scola in pole position''.

Quella del quotidiano milanese contro il cardinale uscente, peraltro, appare come una vera campagna, dopo l'editoriale del 23 maggio scorso, in piena campagna per i ballottaggi, in cui il direttore Alessandro Sallusti aveva scritto che ''non contento di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di distruggere anche la citta', tanto lui, il cardinale, tra pochi mesi andra', finalmente, in pensione e i cocci saranno tutti nostri''.

E come gia' successo in quel caso, anche oggi e' arrivata la durissima replica di Avvenire, stavolta per mano del direttore Marco Tarquinio, che a proposito del nuovo attacco di ieri parla di ''un nuovo stordente caso di capovolgimento e mistificazione della realta' gabellato per esercizio della professione giornalistica e del diritto di critica'' e di ''una pagina di insensata enormita' polemica, che potrebbe risultare ridicola se non esibisse una tragica e tristissima maliziosita'''.

''L'incontro dei cresimandi con il 'loro' cardinale – scrive Tarquinio – e' diventato l'argomento centrale di una livorosa e a tratti letteralmente insolente ricostruzione che lo ha sfigurato in comizio politico, nel quale il rosso della porpora e quello delle bandiere comuniste si sarebbero fusi e confusi, e in culmine di un magistero presentato addirittura come nemico della fede cattolica''. ''Una guerra piu' che mai senza senso'', la definisce Tarquinio, che dimostra da parte di chi la conduce l'incapacita' ''di ascoltare e capire chi gli e' cristianamente padre e maestro''.

Per parte sua, Il Giornale affidera' ad una sua firma di punta la controreplica che sara' pubblicata sul quotidiano in edicola domani. L'asprezza con cui il quotidiano della Cei reagisce in questa circostanza ricorda i picchi toccati durante il ''caso Boffo''. Ma la nuova polemica si inserisce anche nella delicata fase in cui si sta per decidere la nomina del successore di Tettamanzi, vescovo spesso preso di mira dagli ambienti politici di centrodestra per le sue posizioni sui temi sociali, alla guida della diocesi di Milano, la piu' grande d'Europa.

E il fatto che a Palazzo Marino sia ora un'amministrazione di centrosinistra crea ulteriore fibrillazione anche in vista della decisione sul nuovo vescovo, che Benedetto XVI dovrebbe prendere entro dine mese. A giorni, tra l'altro, si riunira' in Vaticano la Congregazione per i vescovi, dopo di che il cardinale prefetto Marc Ouellet consegnera' al Papa la ''short list'' dei tre nomi ritenuti idonei.

E' noto, comunque, che Ratzinger, come e' sua abitudine fin da quand'era all'ex Sant'Uffizio, ascolta tutti i pareri, per poi decidere in perfetta solitudine. E non e' detto che alla fine non spunti il nome di un outsider.

Attualmente il piu' accreditato per succedere a Tettamanzi e' il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, che sarebbe molto ben visto a Milano dalla potente ''lobby'' di Cl. Scola ha pero' manifestato la sua intenzione di restare sulla non meno prestigiosa cattedra di San Marco, e contro di lui gioca anche il fattore-eta' (70 anni). Altri nomi in corsa son quelli del cardinale Gianfranco Ravasi, ''ministro' vaticano della cultura, mons. Francesco Limbiasi, vescovo di Rimini, mons. Pietro Parolin, nunzio in Venezuela, mons. Aldo Giordano, osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa.

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