Auto d’epoca col trucco: Bugatti argentine, Alfa Romeo torinesi…

(foto Ansa)
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ROMA – Copiate, rifatte, clonate: sono le auto d’epoca con il trucco. Non tutte le vetture storiche sono originali: Bugatti costruite in Argentina o  Alfa 1750 falsificate nel torinese. Negli ultimi anni i falsari hanno preso di mira il mercato delle auto storiche.

“Negli anni 60 e 70 chi falsificava una macchina lo faceva per sé – racconta Stefano Chiminelli, del Museo dell’auto Bonfanti e organizzatore delle Mitiche Sport a Bassano – mentre oggi è diventato speculativo, c’è chi investe in quelle che sono delle vere e proprie truffe». E i truffati sono i nuovi ricchi collezionisti provenienti da Russia, Giappone e Germania, sempre alla ricerca della migliore offerta tra Ferrari, Porsche e Alfa e Bugatti anteguerra”.

“La certificazione è nata alla fine del 2003 per salvaguardare i clienti Ferrari dalle possibili frodi piuttosto che dagli acquisti incauti — spiega Marco Arrighi, coordinatore delle attività di Ferrari Classiche. Dal 2003 sono circa quattromila i certificati emessi di cui un 35% su vetture che superano il milione di dollari —. La certificazione ha di fatto messo un paletto importante sull’autenticità delle vetture e i collezionisti hanno capito che è meglio spendere qualche migliaio di euro per tutte le verifiche e una eventuale ispezione dimensionale e metallografica del telaio prima di avventurarsi in acquisti azzardati”.

“Ferrari è diventato il marchio più sicuro da quando ci sono le certificazioni — spiega Augustin Sabatié-Garat di RM Auctions —. E proprio le case d’aste rappresentano oggi un‘ulteriore tutela per l’acquirente a fronte dei controlli sulle vetture proposte. Noi abbiamo un dipartimento interno Research ed Editorial che si occupa delle ricerche specifiche su ogni auto trattata — continua — oltre ad appoggiarci allo specialista del marchio o alla casa madre». Capita che chi provi a vendere una vettura falsa sia vittima inconsapevole di una truffa precedente. Recentemente in una stima per una successione mi hanno proposto una Ferrari 275 col numero di telaio di una macchina distrutta dalle fiamme, ma gli eredi non ne sapevano nulla”.

“I musei delle case automobilistiche sono i primi ad avere delle repliche delle vetture più importanti da utilizzare in manifestazioni e occasioni mondane — chiarisce Giuliano Canè plurivincitore della Mille Miglia —. Nel 2004 vinsi con la Bmw 328 MM Spider che arrivò terza nel 1940 poi 15 giorni dopo ritrovai la stessa vettura negli Stati Uniti sul circuito di Laguna Seca: la macchina mi sembrava diversa, ma ufficialmente era l’originale”.

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