Auto in fiamme: 2 ragazze salvate da coppia di colombiani

Auto in fiamme: 2 ragazze salvate da coppia di colombiani
Auto in fiamme: 2 ragazze salvate da coppia di colombiani

UDINE – Auto finisce contro un muretto e va in fiamme, due ragazze salvate da una coppia di colombiani. Tragedia sfiorata ad Attimis, in provincia di Udine. 

Brenda Stampetta, 26 anni, di Campoformido, e l’amica Chaira Spessotto, 24 anni, di Savorgnano del Torre, domenica 3 aprile intorno alle 23 stavano passando in auto a Passo di Monte Croce quando la loro auto, una Opel Corsa, è finita contro un muretto di cemento armato, ha avuto una perdita di benzina ed è stata avvolta dalle fiamme.

Per fortuna passava di lì una auto con a bordo una coppia di cittadini colombiani, Edgar Artunduaga, 43 anni, operaio in un’azienda di San Giovanni al Natisone, la moglie Lucrezia, 41 anni, uno dei loro figli e un nipote. Quando Edgar ha visto quel che stava accadendo, con le due ragazze intrappolate nell’auto in fiamme, non ha esitato un attimo, è sceso dalla propria macchina e ha iniziato a prendere a calci il parabrezza dell’auto per cercare di liberare le due ragazze, come racconta Anna Rosso sul Messaggero Veneto.

Anche la moglie è venuta a dargli una mano e si è messa a colpire il vetro. Alla fine entrambi avevano le mani completamente coperte di tagli e ferite. In questo modo, però, sono riusciti a liberare Brenda e Chiara, che sono state poi soccorse e ricoverate in ospedale e, nonostante traumi e fratture varie, stanno abbastanza bene. Ma hanno rischiato la vita.

A raccontare quei momenti è stato lo stesso Edgar Artunduaga, intervistato dal Messaggero Veneto:

“Sono stati momenti terribili, in cui tutti abbiamo avuto paura. Ma poi siamo riusciti a farle uscire giusto in tempo e abbiamo potuto tirare un sospiro di sollievo. Ora sono contento. Avevo preso un sasso, ma non è servito, allora ho usato un tubo che avevo in macchina e i piedi. Battendo disperatamente sono riuscito a fare un buco. Ho usato tutte le mie forze, tanto che sono rimasto senza fiato. Poi abbiamo tolto i pezzi con le mani. Sono felice di com’è andata, poi ho scoperto che una delle ragazze era a scuola con mia figlia Natalia (che pure ci ha aiutato a togliere il parabrezza), all’istituto Stringher. Una di loro ci ha detto “Ho visto la morte in faccia” ed è scoppiata a piangere”.

 

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