Grasso: “Quell’auto, un’intimidazione”. In Calabria il 30% lavora per la ndrangheta

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 17:35 OLTRE 6 MESI FA

Piero Grasso

«L’auto con l’esplosivo ritrovata a Reggio Calabria non sembrava pronta a esplodere ma, piuttosto a intimidire anche perché è stata piazzata durante un grande spiegamento di forze dell’ordine per la visita a Reggio Calabria del capo dello Stato. Come a dire “guardate cosa riusciamo a fare proprio sotto i vostri occhi”». Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, parlando nel corso della prima lezione al seminario sulle mafie nel terzo millennio, destinato ai giornalisti, e organizzato dalla stampa romana.

Secondo Grasso questa intimidazione é una«fibrillazione della ‘ndrangheta, una reazione nervosa alla cattura di latitanti e all’aggressione dei beni mafiosi come il sequestro del Café de Paris a Roma».

Il Procuratore nazionale antimafia ha chiarito: «Certamente non parlerei di una reazione dettata dalla paura, ma senz’altro di una sofferenza per la lotta che lo Stato sta conducendo nei confronti dei clan». Grasso ha ricordato però che «non bisogna dimenticare anche le altre mafie e occorre saper dosare l’utilizzo delle forze di contrasto, sul territorio, che non bastano mai».

Scettico, invece, Grasso sull’opportunità di inviare l’esercito a Reggio Calabria come proposto dalla deputata Pdl Angela Napoli: «Se scoppia una guerra allora è giusto inviare l’esercito e magari l’onorevole Angela Napoli può fare anche la crocerossina. Ma in questo tipo di guerra contro il crimine organizzato non serve mostrare i muscoli, questi fenomeni si combattono con le indagini. L’Esercito può essere utile solo per presidiare obiettivi protetti liberando altri uomini delle forze dell’ordine che possono, più utilmente, essere impiegati nelle indagini».

Resta su tutto il dato da nessuno contestato ma da nessuno ricordato in queste ore: in Calabria si stima che la criminalità organizzata dia, direttamente o indirettamente, lavoro a circa il trenta per cento della popolazione. Una cifra che spiega abbondantemente come la ndrangheta possa lasciare o far trovare un’auto armata dove e quando vuole su quel territorio.