Incidente Pullman Irpinia: autista sterzò per evitare strage più grande?

Autobus nella scarpata. Testimoni: autista sterzò per evitare strage più grande?
La strage dei pellegrini: i cadaveri in fondo alla scarpata, coperti da lenzuola bianche

La sciagura dell’ autobus dei pellegrini di ritorno dal Santuario di Loreto e da Padre Pio, precipitato dalla autostrada in Irpinia (39 morti, decine di feriti) ha un altro risvolto, quello dei passeggeri delle automobili che erano in coda e sono state coinvolte in un maxi tamponamento. Dai loro racconti viene fuori un film da apocalisse, auto che letteralmente sono volate, ribaltate. Emerge anche la convinzione che l’autista,  rischiando la morte propria e dei suoi passeggeri, abbia voluto i proposito evitare uno scontro diretto e violento con la colonna delle auto, salvando molti dei loro occupanti dalla morte.

Pietro Treccagnoli ha raccolto per il Messaggero alcune testimonianze:

Marco Stramaccioni è un avvocato di Ceprano in provincia di Frosinone. Tornava con la sua compagna da Matera dove erano andati a vedere i sassi. Mostra un’immagine dal suo cellulare: «Ecco questa è la mia Panda, guardi come è ridotta… Io sono vivo per miracolo». La sua vettura era ferma in coda sul viadotto della morte:«Ad un certo punto  ho visto arrivare a forte velocità il pullman impazzito. In un attimo di lucidità ho sterzato sulla sinistra finendo su un’altra macchina che era accanto alla mia».

“Sono stati momenti di terrore e Stramaccioni non ricorda bene tutto. Di certo non sono feriti né lui né la sua compagna. È solo sotto choc. «Ho visto delle auto in bilico forse sono cadute ma in quei momenti non ho più capito niente. Siamo rimasti lì per almeno due ore aspettando che poi ci accompagnassero all’ospedale dove siamo arrivati con delle auto del servizio autostrade».

Bianca Stroffolini è napoletana di Chiaia, insieme con la figlia ventenne, tornava da una gita domenicale alle Gole del Calore:

Racconta con un fremito nella voce: «Eravamo incolonnati  quando il bus ha sfiorato la mia auto sul lato destro. I vetri sono andati in frantumi. Per fortuna non ci siamo ribaltate, ma ho visto il pullman precipitare nel vuoto». Ha ancora negli occhi quegli attimi di terrore. Sembravano essere interminabili. Intanto in nottata arriva la notizia di tre ricoveri al Santobono di Napoli: due sono in imminente pericolo di vita, l’altro piccolo ha la mandibola fratturata”.

Antonio Di Costanzo riporta su Repubblica altre testimonianze:

Vincenzo D’Aniello, impiegato della Tirrenia, era in una delle auto travolte, insieme con sua zia: «Ho pensato di morire, siamo vivi per miracolo. Da dietro all’improvviso sono cominciate a piovere automobi-li, mai vista una roba simile. Ho visto macchine ribaltarsi, una Panda mi è volata sulla testa. È stata l’apocalisse. Credo che quel pullman abbia perso il controllo dei freni. Ho visto le automobili impazzite che salivano una sull’altra. Mia zia era in macchina con me e si è fratturata un braccio, io, non so come, sono illeso».

Santo Caiffa, un giovane di Avellino, pochi minuti dopo l’incidente si è trovato a passare proprio su quel tratto di autostrada. «Mi sono fermato perché ho visto le macchine ferme il guardrail sfondato, ho capito subito che doveva essere successo qualcosa di grave. Ma quando mi sono affacciato ho visto una scena surreale: un pullman intero incastrato tra due alberi. Sentivo la gente che urlava, mi sembrava di vedere ombre che provavano ad uscire dai finestrino. Ho chiamato al cellulare i soccorsi, ma già stavano arrivando. Non potevo avvicinarmi, dal viadotto non si riusciva a scendere»”.

Bianca Bianco, sul Messaggero, dà voce ad altri testimoni:

“Una donna scampata al disastro, accanto alla sua Mercedes, dice piangendo: «La mia auto era proprio dietro quell’autobus. Ho visto l’autobus volare giù, il tempo si è come sospeso. Mi sono affacciata, c’erano solo lamiere e poi le gambe di quella povera gente intrappolata. Ho notato anche una bambina, spero sia viva».

“Si disperano quelli che viaggiavano sulla stessa corsia del pullman della morte. Sanno di essere miracolati, alcuni danno il merito all’autista: «E’ stato lui a salvarci- racconta Antonio, napoletano appena tornato da un breve giornata in Irpinia-. Si era accorto che qualcosa non andava ai freni, ha schivato le auto, poi non ha potuto evitare il guardrail».

“Una corsa disperata, dicono i tanti testimoni ancora presenti su questo tratto di autostrada già bagnato dal sangue di altre tragedie.   Alcuni ragazzi dicono: «Eravamo proprio davanti all’autobus. Abbiamo sentito un boato, pensavamo che fossero i rumori di camion impegnati in lavori più avanti. Poi abbiamo visto e subito capito che non c’era più niente da fare».

“Una ragazza bionda, abbronzata e fasciata in un abito verde smeraldo che si appoggia al braccio del suo compagno e guarda fisso in avanti. Non parla, ma i suoi occhi raccontano la tragedia meglio di qualunque foto”..

 

 

 

 

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