ROMA – Anno nuovo, tariffe autostradali nuove. E più care. In media del 3.9%, con picchi anche dell’8% a seconda della tratta. Il governo ha infatti dato il via libera al provvedimento che anche per il 2015 autorizza la richiesta di aumento delle tariffe dalle concessionarie autostradali. Un automatismo: ogni anno le società che gestiscono le autostrade sono autorizzate a ritoccare le tariffe indipendentemente dai costi di gestione e dall’inflazione.
Per Dario Balotta, esperto per il Fatto Quotidiano di trasporti e ambiente si tratta di una vittoria delle lobby. Il perché secondo Balotta è presto detto: i costi di gestione sono in diminuzione e l’inflazione che non c’è non autorizzerebbero un rincaro che penalizza i consumatori e premia chi gestisce un’impresa dal bassissimo rischio.
Scrive Balotta:
Ma è ancor più grave che gli aumenti dei pedaggi vengano concessi con un’inflazione uguale allo zero e con tutti i programmi d’investimento previsti nelle convenzioni con l’Anas disattesi dalle 23 concessionarie nazionali. Inoltre nessuno degli aumenti è giustificato da motivi industriali o dalla crescita dei costi di gestione ed operativi della rete. Anzi i costi operativi sono in costante diminuzione visto la progressiva riduzione degli addetti per effetto delle nuove tecnologie poste ai caselli (Telepass).
Non solo.
Neppure il lieve calo di traffico registrato in questi mesi giustifica gli aumenti visto che tutte le autostrade chiudono con i bilanci in attivo da sempre. Con questi nuovi aumenti i pedaggi fra poco diventeranno il terzo costo preponderante per gli autotrasportatori visto il calo del gasolio, assieme ai premi assicurativi. Ed il trasporto delle merci continuerà ad incidere pesantemente sul prezzo finale dei prodotti. Con il regalo contenuto nel “Milleproroghe” le concessionarie potranno inoltre assicurarsi anche il rinnovo automatico e senza gara delle concessioni attraverso la gabola delle fusioni tra diversi concessionari.