ROMA – Multe, tante multe, che potrebbero essere risarcite perchè non valide a seguito di indagini sugli apparecchi che misurano la velocità. Gli autovelox erano una cinquantina, ma ufficialmente risultavano solo due. Hanno “accertato” 82mila infrazioni per eccesso di velocità, equivalenti a un incasso di 11 milioni di euro.
Ma erano inaffidabili: tranne i due esemplari “ufficiali”, non erano tarati e una perizia ha rilevato in un caso uno scarto del 15% in più rispetto alla velocità reale. Sta tutta in queste cifre la speranza di migliaia di guidatori multati dalle polizie municipali di 146 comuni sparsi per l’Italia. Le cifre emergono da due indagini di altrettanti piccoli comandi della Guardia di finanza: quelle di Desenzano (Brescia) e Sala Consilina (Salerno).
Come scrive Maurizio Caprino per Il Sole 24 Ore, i conti complessivi sono stati fatti a Desenzano, dove opera il personaggio al centro dello scandalo: Diego Barosi, 60 anni, un ex-segretario comunale che da un quarto di secolo si è dato al business delle multe. Un business andato avanti sinora nonostante prassi disinvolte, chiacchiere e indagini. Ciò che finora era rimasto nell’ombra è quanto quest’attività ha fruttato a Barosi. E su questo si sono concentrati i finanzieri di Desenzano, scoprendo 245 immobili che si sospetta siano riconducibili a Barosi. In tutto, tra gestione di apparecchi di controllo e di affari immobiliari, è emersa una rete di 27 società attive, sette in procedura concorsuale e quattro in liquidazione o cessate.
Secondo le indagini, la rete societaria era affidata a vari prestanome, che risultano tra le 558 persone denunciate. Sarebbero stati sottratti a tassazione circa 18 milioni di euro, con un’evasione di circa 13 milioni.
È la prima volta che emergono aspetti di questo tipo nelle tante indagini svolte in tutta Italia su controlli stradali illegittimi, così come è la prima volta che appaiono illeciti così grossolani nell’attività su strada (su cui lavora da oltre due anni in particolare la tenenza di Sala Consilina): in pratica, per risparmiare qualche migliaio di euro l’anno, la Garda Segnale (riconducibile a Barosi) avrebbe sottoposto a taratura annuale (necessaria per l’utilizzo in postazione automatica non presidiata da agenti) solo due degli apparecchi che noleggiava ai comuni.
Così risultava che i due esemplari in regola erano in servizio contemporaneamente in località diverse. Altri risparmi potrebbero essere venuti dall’utilizzo di parti non originali, che poi sono state disconosciute dal costruttore. Forse a questo è dovuto lo scarto in eccesso sulle velocità emerso nella perizia: tra gli addetti ai lavori, si tende a escludere che gli apparecchi siano stati manomessi intenzionalmente, anche se nulla si può escludere.