Feltri aveva fatto una battuta sul fatto che non godeva protezioni in quanto non era un prete pedofilo. «Ieri – sottolinea l’articolo – sulla bocca di Feltri sono tornate sconcezze e oscene allusioni, anche contro la Chiesa. E questo è di una gravità intollerabile». «Eppure Feltri dovrebbe averlo capito: il tempo è un giudice morale inesorabile, esalta i galantuomini ed è inflessibile con gli spacciatori di fango e di menzogne», prosegue l’editoriale firmato da Marco Tarquinio.
«Peccato per gli uomini politici e di governo che ieri sono stati così avventati da tenere bordone» a Feltri «finendo per difendere la sua pretesa d’impunità e dimenticando che in questa storia l’unica vittima è stato Boffo». «L’Ordine dei giornalisti milanesi avrebbe forse potuto evitare di sentenziare su un caso così emblematico alla vigilia di una consultazione elettorale, ma nessuno può dire che questo giudizio sia arrivato troppo presto», prosegue il giornale cattolico, osservando che se per il direttore del Giornale «c’è ‘solò una pesante sospensione» inflitta dall’Ordine dei giornalisti «e non una definitiva radiazione dalla professione giornalistica, non è per le cortine fumogene, ma perchè in qualche modo a dicembre provò in parte a rimediare al malfatto»