Azitromicina (Zitromax) non serve contro il Covid: ma per gli altri usi bisogna aspettare marzo

Azitromicina (cioè Zitromax) non serve contro il Covid. Lo dice l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, bloccando la psicosi che ha invaso tutta Italia da qualche giorno. Tanto che il farmaco è diventato introvabile, anche nella versione generico.

Questo perché in molti lo usano per curare i sintomi del Covid, soprattutto quelli respiratori. Lo Zitromax è infatti un antibiotico che agisce contro l’infiammazione delle vie respiratorie. Secondo l’Aifa, però, contro il Covid si può usare altro.

Ma l’Azitromicina serve anche a chi ha altri disturbi. E quelle persone dovranno aspettare fine marzo, perché Pfizer (che produce Zitromax) ha detto che non sarà disponibile sul mercato prima di fine febbraio.

Aiztromicina (Zitromax) non serve contro il Covid

L’uso di antibiotici contro il Covid non rientra nei protocolli né nelle raccomandazioni ufficiali, poichè si tratta di farmaci che combattono i batteri e non i virus. Ma sia per le cure a casa che in alcuni ospedali, gli antibiotici vengono comunque utilizzati per contrastare eventuali infezioni batteriche associate o che possono subentrare nei pazienti Covid.

Le prescrizioni, in particolare ai pazienti curati a casa o l’accaparramento causato dall’aumento esponenziale dei contagi nelle ultime settimane o ancor di più per la paura che cio’ avvenga, ha portato ad una carenza dell’azitromicina nelle farmacie italiane. Mancanza che riguarda anche il farmaco generico, oltre all’amoxicillina in associazione con l’acido clavulanico, pure in forma di antibiotico pediatrico in sospensione, e all’acido acetilsalicilico limitatamente al cardirene.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha spiegato che “la carenza attuale di azitromicina non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste”. Richiamando “tutti, prescrittori e cittadini, alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate. Utilizzare gli antibiotici con attenzione e prudenza – sottolinea ancora Aifa – deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale, come principale arma di contrasto al problema della resistenza agli antibiotici”. Non solo: l’Agenzia ha ribadito che “l’azitromicina, e nessun antibiotico in generale, è approvato, né tantomeno raccomandato, per il trattamento del Covid, scoraggiandone fortemente l’uso”.

Azitromicina (Zitromax) disponibile non prima di fine febbraio

Federfarma dal canto suo ha scritto al Ministero della Salute e ad Aifa per confermare l’impatto che le carenze, già segnalate dall’agenzia stessa, stanno avendo sul territorio, ed “ha offerto all’agenzia il suo collaborativo supporto per orientare il cittadino ad un uso proprio dell’antibiotico, anche alla luce del preoccupante fenomeno dell’antibiotico-resistenza in crescita su tutto il territorio nazionale”.

La Pfizer, casa farmaceutica produttrice del farmaco Zitromax introvabile nelle farmacie, comunica che la carenza dell’antibiotico Azitromicina è dovuta ad una “elevata richiesta, superiore alle stime e alla consueta domanda”. Il medicinale “tornerà disponibile alla fine del mese di febbraio”.

E informa di aver già provveduto a comunicare all’Aifa il 3 gennaio scorso e il 12 novembre 2021, rispettivamente, l’indisponibilità della formulazione in compresse da 500mg e della polvere per sospensione orale da 200mg/5ml.

Quali farmaci usare per i sintomi del Covid

Intanto sono in uscita le nuove linee di indirizzo della Società Italiana Sistema 118 per le cure a casa dei pazienti con Covid sulla base dell’esperienza sul campo negli ultimi due anni. “Per il paziente Covid, che non presenti un coinvolgimento a livello polmonare e multisistemico, nelle forme cliniche minori, caratterizzate dalla comparsa di tosse e febbre, riteniamo appropriato associare l’azitromicina, sia al fine di contrastare eventuali infezioni batteriche associate o subentranti, sia per i possibili meccanismi antivirali e immunomodulanti, suggeriti da alcuni studi pubblicati in letteratura”, si legge nel documento.

“Nelle forme respiratorie minori – spiega il testo – prive di tosse e febbre, è indicato da caso a caso, l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei (FANS) e aspirina, in grado di contrastare la risposta infiammatoria, di vitamine C, D e gruppo B, di acetilcisteina, quale antiossidante“. La società scientifica raccomanda di “non ritenere che in virtù delle possibili strategie terapeutiche sia superfluo vaccinarsi. Anzi, il vaccino resta la prima arma contro il Covid”.

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