ROMA – Baby-prostitute ai Parioli: l’indagine dei carabinieri ora si sta concentrando sugli sfruttatori (sono stati indagati in 10 di cui 4 arrestati) e sui clienti.
Ascoltata in carcere la versione della mamma “cattiva”, che sostiene di sapere cosa facesse sua figlia, si cerca – grazie ai tabulati dei telefonini e alle tracce telematiche – anche di risalire ai clienti, che pagavano fino a 300 euro ad incontro e che adesso rischiano condanne da uno a sei anni per prostituzione minorile.
Sono decine gli “utilizzatori finali” che saranno convocati in caserma, e, fra quelli già identificati e interrogati, già qualcuno ha dichiarato che “non sapevamo che fossero minorenni”.
Età compresa fra i 25 e i 40 anni, estrazione sociale varia, come varia è la provenienza. Non sono, infatti, solo romani.
Il giro di prostituzione, sviluppatosi tramite internet e WhatsApp, potrebbe essere esteso ad altre regioni italiane e riguardare altre ragazze, anche minorenni come le due baby squillo dei Parioli.
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