Baby squillo Parioli, clienti patteggiano: 40mila euro o 5 mesi e sono fuori
Pubblicato il 1 Aprile 2014 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
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Baby squillo Parioli, clienti patteggiano: 40mila euro o 5 mesi e sono fuori
ROMA – Quarantamila euro per uscire dall’inchiesta sulle baby squillo. Questa una delle soluzioni per i clienti delle due ragazzine che si prostituivano ai Parioli, a Roma. In alternativa 5 mesi e 10 giorni o la libertà controllata.
I clienti patteggiano le condanne per uscire dall’inchiesta il prima possibile, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:
“È la strada segnata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Cristiana Macchiusi per chi è incensurato. Ma non potrà valere per tutti, perché la linea della Procura sembra voler escludere anche chi frequentava abitualmente quella casa.
Si decide volta per volta, intanto la sfilata degli avvocati è cominciata. E non sono pochi tenendo conto che gli indagati sono già più di cinquanta e altre decine di posizioni sono sotto osservazione. Per Mauro Floriani, il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini che ha ammesso i rapporti con Azzurra «ma ero certo che avesse almeno 19 anni», i magistrati erano orientati a sollecitare il rito immediato e adesso bisognerà vedere se anche lui cercherà di scendere a patti con l’accusa.
Ancora sospesa pure la posizione di Nicola Bruno, il legale figlio del parlamentare di Forza Italia Donato Bruno, che dovrebbe essere interrogato proprio in questi giorni. E poi ci sono funzionari, professionisti semplici impiegati la cui identità non è stata ancora svelata”.
Tra tabulati e pedinamenti sono centinaia i dati a disposizione degli inquirenti. Alcuni casi sono di contatti casuali, in altri invece i clienti, dopo aver capito che le ragazze erano minorenni, avrebbero rinunciato al rapporto:
“«Cercavo altro», avrebbe detto qualcuno dopo essersi accorto di avere a che fare con minorenni. Ma c’è anche chi è rimasto, chi è tornato svariate volte. E adesso vorrebbe «liberarsi» di questa vicenda, probabilmente anche per evitare di dover confessare a mogli, fidanzate, parenti e amici di essere stato coinvolto nella «rete» dei clienti”.
E così arrivano i patteggiamenti, che prevedono il carcere che da 1 anno e 8 mesi scende a 5 mesi e 10 giorni, o alla sanzione pecuniaria:
“Se si opta per il pagamento della pena pecuniaria si devono calcolare 250 euro al giorno e dunque moltiplicando per 160 giorni di condanna inflitta si raggiungono i 40 mila euro”.
C’è poi la possibilità della “libertà controllata”:
“È la legge 689 del 1981 a fissare le cinque condizioni da rispettare: divieto di allontanarsi dal Comune di residenza; obbligo di firma in commissariato o presso la stazione dei carabinieri; divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni ed esplosivi, anche se è stata concessa la relativa autorizzazione di polizia; sospensione della patente di guida; ritiro del passaporto e di tutti gli altri documenti validi per l’espatrio”.