Bagnasco: “Accantonare le divisioni sul lavoro”

(Foto Lapresse)

GENOVA – La situazione delle carceri italiane e il lavoro: questi i due temi che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Genova ha voluto affrontare nel giorno di Natale. Per farlo, ha scelto l’affollatissimo carcere di Genova Marassi dove, al termine della messa celebrata per oltre 200 detenuti, ha voluto ricordare a chi sconta la pena che ”nessuno sarà solo”.

”Stringerci di più gli uni agli altri a tutti i livelli di responsabilità, lasciando da parte divisioni e particolarismi. E’ un imperativo in quest’ora di preoccupazione per il lavoro”. Aveva detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco, nella sua omelia, questa mattina in cattedrale a Genova.

Pur non citando direttamente la situazione di Fincantieri, il cardinal Bagnasco ha parlato di ”ora difficile” ed ha esortato al ”coraggio della dedizione e della generosità, dell’altruismo e della concordia a qualunque costo pur di superare insieme le prove”.

Il Natale, ha detto ancora il porporato, ”ha illuminato le notti del mondo, le notti degli egoismi che dividono e che rendono la terra un deserto, che impediscono agli uomini di vivere non solo accanto ma insieme, capaci di quella comunione che diventa solidarietà, sostegno, condivisione nelle cose quotidiane, nelle prove che feriscono l’esistenza, turbano gli animi, rendono incerto il domani. Sono le ansie che vive oggi la società, che vivono molti nostri fratelli e sorelle anche nella nostra città”.

Al direttore della casa circondariale Marassi, Salvatore Mazzeo , che ha ricordato la situazione ”insostenibile” delle carceri italiane e che ha chiesto un impegno “spirituale e politico”, Bagnasco ha risposto affermando che la situazione delle carceri ”è ben nota e si trascina da molto tempo. Certamente ognuno farà la sua parte e può stare certo che la chiesa continua e continuerà a fare la sua parte ricordando la dignità di ogni persona in qualunque situazione si trovi compresa naturalmente quella della detenzione che riporta particolari difficoltà strutturali e logistiche”.

Il presidente della Cei ha voluto ricordare le parole di Papa Ratzinger in visita al carcere romano di Rebibbia: ”Se come la pena carceraria detentiva deve avere un valore pedagogico” è necessario ”che anche gli istituti di pena possano essere luoghi strutturalmente adeguati perché la pena possa avere non soltanto carattere coercitivo detentivo ma anche educativo”.

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